Ischia ha una lunga storia di terremoti, l’ultimo il 23 aprile 1980. Lunedì sera i primi dati diffusi dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia indicavano una magnitudo di 3.6, a una profondità di 10 chilometri, 3 chilometri a sud dell’isola. Dati poi rivisti ieri al rialzo: «Il primo dato è calcolato automaticamente – spiegano dall’istituto -, e comunicato istantaneamente alla Protezione civile. Dopo 30 minuti la valutazione definitiva». Romano Camassi, sismologo dell’Ingv racconta come si è prodotta la discrepanza.
Di che entità è stato il sisma e come mai la correzione?
Ieri abbiamo rivisto le stime, si tratta di un evento di magnitudo 4, a una profondità tra i 7 e i 5 chilometri. Si tratta di numeri che vengono continuamente rivisti perché vanno parametrati a molti altri fattori e potrebbero subire un nuovo aggiustamento.

Di che terremoto si tratta?
Ischia è un vulcano attivo, legata all’emersione del monte Epomeo. Si tratta quindi di un terremoto vulcanico e non tettonico, ma non è da associare ad attività eruttiva. Ma, come tutti i fenomeni vulcanici, si producono su una crosta più sottile rispetto al sisma tettonico. Questo è anche il motivo per cui hanno effetti più forti sulle aree abitate: a magnitudo modeste, corrispondono effetti di intensità molto elevata e distruttiva, anche se su un’area limitata. Influiscono anche l’epicentro superficiale, il territorio fragile, il patrimonio edilizio vulnerabile.

Avremo uno sciame sismico?
A 12 ore dall’evento non sono state registrate altre scosse rilevanti ma esclusivamente una trentina di piccoli terremoti di magnitudo minore di 1.

Intorno a Ischia ci sono altre aree sismiche, potrebbero esserci conseguenze?
Ogni attività influenza ed è influenzata dalle aree vicine. Ma per ora non c’è un effetto diretto, ad esempio, sulla zona dei Campi flegrei, interessata dal bradisismo. Anche perché a Ischia si è liberato un livello basso di energia con un trasferimento di tensione minimo.

L’area è tenuta sotto osservazione?
L’Ingv ha una rete capillare di sismografi con 430 stazioni. Se ci sono effetti mortali è perché il territorio è fragile e non si fa prevenzione. Le banche dati sono accessibile. Ischia è a un livello di pericolosità più basso dell’Appannino ma è a rischio elevato. Ha lo stesso parametro della Valle Padana.