Musicista napoletano che ha ottenuto riconoscimenti molteplici, in Italia e all’estero, dal Tenco al Womad, dalla Bbc ad Amnesty International, il fratello soul-blues multistrumentista ha raggiunto una celebrazione internazionale con Enzo Avitabile Music Life, il film-concerto di Jonathan Demme, che è ancora visibile oggi in alcune sale del circuito Microcinema (elenco su: www.microcinema.eu/) e fra breve sarà distribuito in dvd. Un’altra sfavillante occasione – sulla falsariga di Passione di John Turturro, altra istantanea sonora partenopea, dove pure Avitabile si cimentava in Caravan Petrol – per raccontare un artista unico e straordinario ma anche per vagabondare nei luoghi insoliti di Napoli, dal Salone Margherita al Parco Virgiliano, teatri di esibizioni da manuale, in compagnia dei tantissimi amici che il sassofonista di Marianella ha incontrato nelle sue peregrinazioni, sopra e sotto il palco, e ha inviato a Napoli per mettere in scena la sua musica. «Io conservo questo grande segreto della mia vita – dice l’artista campano, aprendo il computer portatile – un catalogo straordinario di musica scritta, oltre trecento opere, da quelle per orchestre sinfonica ad ogni altra formazione cameristica, qui c’è una fantasia per due fagotti, qui una partitura per ottavino, è un fiume di musica dove mi sono perso più volte grazie anche all’aiuto di un programma di scrittura».

Nel film Avitabile suona con Eliades Ochoa, Naseer Shamma, Gerardo Núñez, Ashraf Sharif Khan, Poonchwala, Trilok Gurtu, Luigi Lai, Zi’ Giannino Del Sorbo, Amal Murkus, Djivan Gasparyan Trio, Hossein Alizadeh, Daby Touré e Bruno Canino. «Ho raccontato e rivisitato luoghi e ricordi, una sorta di passato con gli occhi del futuro – ha confessato Avitabile – in un presente pronto ad accogliere musicisti amici e suoni del mondo al di là dello spazio e del tempo». Tuttavia dentro ci sono anche le tante battaglie di un certo radicalismo napoletano e forse l’episodio più toccante, nel nome di Vittorio Arrigoni, quel Canta Palestina, canta per Vittorio intonato con la cantante Amal Murkus,sulle poche immagini dell’attivista pacifista e nostro collaboratore ucciso nel 2011. Momenti speciali ce ne sono a bizzeffe, dal cubano Eliades Ochoa che improvvisa con chitarra e poi voce, una strofa spagnola per Tutt’egual song ‘e creature mentre Enzo continua a parlargli in inglese oppure il suonatore sardo di launeddas, Luigi Lai, maestro assoluto del bacino sonoro mediterraneo, che parla di questo strumento che risale a tremila anni fa.

Music Life è un fologorante funky che parte però con la benedizione dello Stabat Mater di Pergolesi (curioso che anche Maria Pia De Vito, jazz singer e pianista stellare, si sia avvicinata al grande compositore del settecento), e le fotografie di James Brown, Richie Havens, Cesaria Evora, Maceo Parker. «Quando conobbi e collaborai con James Brown e Afrika Bambaataa non ero cosciente del mio ruolo. Fu James a invitarmi a cercare il vero suono, per nobilitare il mio essere musicista. Ho compiuto il ritorno alla fonte quando ho perduto mia moglie. «Liberandomi» dal cristianesimo e dal buddismo ho iniziato a meditare, trovando inedite scale sonore. E sono riandato anche alla fonte della devozione popolare, dai Cantori del Miserere di Sessa Aurunca alle tammurriate di Zi Giannino del Sorbo. Sono immensamente felice del film perché esprime una Napoli fuori di vista. Una città a svantaggio, che volutamente qualcuno non vuole vedere». Il lavoro di Demme segue, il cantautore nell’esecuzione di Tutt’ ugual song’ ’e criature, il requiem Exeredati mundi in memoria della strage di africani avvenuta a Castel Volturno a settembre 2008 nella sartoria Ob Ob Exotic Fashion, Rape ca t’è utele,. Quanno ’o Vesuvio, Don Salvato’e Mane e mane. In un dialogo continuo con l’iracheno Naseer Shamma, l’indiano Trilok Gurtu, l’armeno Djivan Gasparian, il sardo Luigi Lai, il pakistano Ashraf Poonchwala, la palestinese Amal Murkus, il mauritano Daby Touré.

Il progetto è nato per caso e per merito di Davide Azzolini, motore del Napoli Film Festival e anche per la stima reciproca tra i due artisti e dal fatto che il regista americano segue da tempo il percorso musicale di Avitabile. Ed è pure un modo insolito per mostrare le tante persone dell’entourage che accompagnano Enzo da almeno vent’anni, da quando ha avuto un lungo stop professionale (causato da un grave lutto, la perdita della moglie Maria, e da problemi di salute, con due trapianti di cornea) come il sound designer Max Carola, ex Ricordi e oggi inventore di uno studio di registrazione nella villetta della sua abitazione o il fratello (più giovane) batterista Claudio Avitabile o l’amico e manager Andrea Aragosa che ha perso spesso la pazienza con le edizioni del manifesto cd (pur continuando a fare concerti di sottoscrizione) e le due figlie Angela e Connie, laureate e sposate.