Dopo quasi dieci anni di attesa, firmato nella notte di martedì l’accordo preliminare per il rinnovo del contratto di lavoro degli enti locali. Tra Regioni, Comuni, Città metropolitane e Camere di commercio sono 467 mila i lavoratori interessati.

L’intesa prevede un incremento contrattuale medio di 85 euro e, nel contempo, la salvaguardia del bonus degli 80 euro. Il contratto avrà decorrenza dal primo marzo 2018 e l’auspicio dei sindacati è che già nella busta paga di aprile ci siano l’incremento contrattuale a regime e gli arretrati che si attestano intorno ai 450 euro medi.

Tra le novità c’è il riconoscimento alla polizia locale di un’apposita sezione contrattuale con l’introduzione di un’indennità di funzione legata ai gradi e all’attività disagiata.

Soddisfatta la ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, che conta ora di concludere il percorso – sono stati già firmati i rinnovi per gli statali e per il settore dell’istruzione – con la firma del contratto della sanità. Anche sul fronte sindacale giudizi positivi. «Dopo quasi 10 anni si torna alla contrattazione e ai risultati, non ci fermiamo vogliamo il contratto per il comparto sanità», commenta Susanna Camusso. Per la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan «si apre una pagina nuova per garantire servizi fondamentali a cittadini e imprese». «Vista la ristrettezza dei tempi si tratta di un contratto ponte che non risponde a tutte le problematiche del comparto – critica la Uil – , ma attraverso l’istituzione di una commissione paritetica, si procederà entro luglio 2018 alla rivisitazione della declaratoria dei profili professionali e alla semplificazione del sistema, nonchè all’analisi di specifiche professionalità».

«Grazie alla mobilitazione messa in campo in questi anni – sottolinea Federico Bozzanda della Funzione Pubblica Cgil – abbiamo raggiunto un gran risultato che mette insieme salario, diritti e contrattazione. Producendo su questi punti un deciso avanzamento che chiude definitivamente questi dieci anni e che ci proietta avanti, riconoscendo il valore di chi garantisce servizi pubblici: per tutti, tutti i giorni. Ora la parola alle lavoratrici e ai lavoratori per il giudizio definitivo».