Accordo ieri al ministero dello Sviluppo, dopo le proteste dei giorni scorsi, tra Eni e sindacati sugli impianti di Gela e Porto Marghera. «Le parti – spiega un comunicato di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil – hanno condiviso un verbale che impegna l’azienda al riavvio delle operazioni preliminari, alla ripartenza della linea 1 della raffineria di Gela (anche attraverso il coinvolgimento dell’indotto), alla realizzazione degli investimenti relativi alla seconda fase del progetto di riconversione della «green refinery» di Porto Marghera nel rispetto e nei tempi previsti dagli accordi sottoscritti in luglio 2013 e in febbraio 2014».

Eni/Versalis e i sindacati territoriali, inoltre, «si attiveranno congiuntamente per valutare le problematiche legate all’Aia della centrale termoelettrica di Porto Marghera, che impediscono il riavvio del “cracking”, per individuare soluzioni volte a superare le criticità».

L’accordo, «determinato – secondo i sindacati – da un’inversione della posizione espressa fino a ieri sera dal Gruppo Eni», prevede la ripresa del confronto finalizzato alla riattivazione dei due impianti su citati, e più in generale, sul piano nazionale, sulle scelte di politica industriali di Eni in Italia, e avrà momenti di verifica in sede ministeriale già programmati in settembre.

Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil esprimono un «giudizio positivo su quanto sottoscritto», e annunciano di essere pronte a realizzare con il gruppo energetico «un nuovo protocollo di relazioni sindacali per la competitività e lo sviluppo delle attività dell’Eni a fronte della condivisione del quadro e delle prospettive industriali». Pertanto per il momento sono sospese le iniziative di mobilitazione.

«Tre i risultati che ci prefiggevamo – commenta Emilio Miceli, segretario generale Filctem-Cgil – il rispetto degli accordi sottoscritti per Gela e Marghera; l’apertura della fabbrica con il coinvolgimento dell’indotto nelle manutenzioni; la ripresa del confronto, stavolta ad impianti aperti. Rimane inalterata tra noi e l’Eni la distanza sulle prospettive industriali dell’impianto di Gela, ma adesso è chiaro che il confronto dovrà necessariamente partire dall’intesa del 2013».

Soddisfatta anche la ministra dello Sviluppo, Federica Guidi: «È possibile riavviare un confronto per gli impianti, salvaguardando l’occupazione».