La parola «amicizia» inizia con la vocale A. Mi dite cosa è per voi l’amicizia?
«Quando due bambini sono amici». «Quando vanno a scuola insieme». «Due compagni di banco sono due amici». «Si può essere amici anche tra un maschio e una femmina». «Due amiche sono due bambine che si vogliono bene». «L’amicizia è come un amore». «Sono amici quelli che stanno insieme e fanno le cose insieme». «Gli amici si divertono». «Se sono amici, sono tutti simpatici e buoni con gli altri». «Un amico ti viene a trovare, non ti manda via, gioca con te, ti ascolta». «Il migliore amico è il mio amico preferito». «Più una bambina ha degli amici e delle amiche e più è felice». «Io sono felice quando gioco con i miei amici». «Io vado al compleanno dei miei amici e i miei amici vengono al mio compleanno, ma non oggi perché non compio gli anni oggi».

La parola «evviva» inizia con E. Dite delle frasi che iniziano con Evviva.
«Evviva il sole!». «Evviva, ieri sono andato allo stadio Mapei con mio papà a vedere la Juve». «Io dico evviva quando c’è una festa». «Evviva, ci sono i fiori che sbocciano!». «Evviva, andiamo al mare!». «Io dico evviva quando sono felice”. “Evviva, ci sono le lasagne!».

La parola «imbarazzo» inizia con I. Chi mi dice quando si è sentito in imbarazzo? Cioè quando ha provato vergogna?
«Io ho provato imbarazzo quando a casa di un mio amico gli ho rotto un gioco e mi dispiaceva di averlo rotto». «Io sono in imbarazzo se sono nuda e qualcuno mi vede». «Io mi imbarazzo se mi sgridano». «Io mi imbarazzo se mia mamma non mi fa vedere la tv per dieci ore. Anzi., per tutto il giorno». «Se io faccio degli errori, delle volte, sono un po’ imbarazzata. Invece se non li faccio sono meno imbarazzata». «Il primo giorno di scuola ero un po’ imbarazzato perché credevo di non conoscere nessuno e che la scuola fosse troppo difficile per me». «Io sono in imbarazzo se piove perché non so cosa fare». «Io mi imbarazzo se mi picchiano».

La parola «offrire» inizia per O. Mi dite quando avete offerto qualcosa?
«Io ho offerto un po’ della mia merenda a un mio amico che non l’aveva». «I maschi offrono dei fiori alle innamorate». «Offrire un caffè vuol dire che paghi un caffè a un tuo amico». «Offrire vuol dire dare una cosa gratis». «Se non ha la gomma, io al mio amico offro la mia, ma dopo me la deve ridare». «Io ho offerto un gioco a un mio amico per giocare insieme anche se il gioco era mio». «Offrire vuol dire darlo a lui, il gioco. Ma non regalarlo». «No, anche regalarlo. Perché se tu gli dai un po’ di merenda, lui dopo non ti può dare indietro la merenda perché poi se la è già mangiata».

La parola «uffa» inizia con la U. Mi dite se per caso, qualche volta, avete detto: «Uffa, che noia!». Oppure dite delle singole frasi che iniziano con Uffa che noia…
«Uffa che noia andare a fare la spesa con la mamma». «Uffa che noia la scuola!». «Uffa che noia quando non mi ascoltano!». «Uffa che noia la musica classica!». «Uffa che noia quando mio fratello mi fa male!». «Uffa che noia quando devo rifare tutto il compito dall’inizio perché mi sono sbagliata a scrivere». «Uffa che noi dover aspettare». «Uffa che noia il telegiornale». «Uffa che noia quando sono da solo». «Uffa che noia quando non mi fanno giocare insieme a loro». «Uffa che noia quando i miei genitori bisticciano». «Uffa che noia quando sono stanca». «Uffa che noia dormire». «Uffa che noia i compiti da fare». «Uffa che noia quando è una brutta giornata e non si può andare in cortile a fare la ricreazione». «Uffa che noia quando non vinco».