Un incontro Carlotta Pedrazzini per discutere sia della rivista Emma (Prospero editore) da lei diretta, sia per analizzare il periodo complesso che stiamo attraversando. Il tempo trascorre rapido nel parlare di politica, femminismo, società, guerre, eguaglianza, cultura, Resistenza e pandemia che si coniuga molto bene con economia. Il tutto da una prospettiva libertaria.

Quando e perché è nata l’idea di dar vita alla rivista Emma?

«Emma», rivista semestrale di culture e pensieri libertari, è nata da un’esigenza: ritagliare, all’interno del panorama informativo italiano, uno spazio per pensieri, esperienze e lotte di matrice libertaria. Il progetto ha preso vita in pochi mesi, tra l’autunno 2020 e la primavera 2021, e la velocità con cui si è sviluppato ci ha fatto capire quanto fosse forte e collettiva la necessità di aprire uno spazio per contenuti libertari all’interno del mondo dell’informazione italiana. La rivista si propone di riflettere su ciò che succede intorno a noi, mantenendo molto alta l’attenzione critica nei confronti del potere, degli autoritarismi, del controllo sociale, delle ingiustizie. Con «Emma» cerchiamo di fornire strumenti per interpretare il contesto socio-politico in cui siamo immersi e che rifiutiamo, provando a portare il nostro contributo al cambiamento sociale.

Perché il nome Emma?

Il nome della rivista è un tributo a Emma Goldman, anarchica, femminista che ha partecipato attivamente alle lotte sociali del suo tempo. Lungo l’arco della sua vita, Goldman si è occupata di vari temi, molti dei quali non erano ancora stati affrontati dai movimenti rivoluzionari. Dando il nome Emma alla rivista, volevamo rendere omaggio all’impegno e alle battaglie di Goldman e trarre ispirazione dalla sua capacità di declinare in tanti ambiti le lotte per l’emancipazione sociale in chiave libertaria. La rivista, infatti, intende occuparsi di un’ampia varietà di argomenti e utilizzare diversi metodi espressivi: saggi e riflessioni, ma anche racconti, reportage, graphic novel.

Nel mese di marzo è uscito il primo numero della rivista a cadenza semestrale. Quali tematiche si affronteranno?

Emma ospita approfondimenti e analisi di ampio respiro sui temi ‘caldi’ di cui si dibatte molto, in Italia o all’estero, e sui quali cerchiamo di fare chiarezza, ma non solo. Sulla rivista trovano spazio anche articoli riguardanti specifiche aree tematiche: contro-storia, tecnologie, filosofia, pensiero politico, letteratura, ambiente, arte, teatro, antropologia, transfemminismo, musica, luoghi. C’è poi una sezione dedicata alla vita e alle battaglie delle donne anarchiche e rivoluzionarie, e una voce di un glossario in cui si analizzano concetti importanti per il pensiero libertario.

«Emma» rappresenta anche uno spazio dove raffrontare proposte e progetti politico-culturali?

Su Emma diamo spazio a esperienze concrete in cui i principi libertari sono messi in pratica; lo facciamo per dare conto dei diversi progetti politici e culturali attualmente attivi, e per sottolineare l’importanza della metodologia libertaria e dell’unione tra prassi e pensiero. Consideriamo Emma un luogo in cui mettere a confronto idee, pratiche e sensibilità libertarie, una piattaforma facilitatrice di connessioni e raccoglitrice di pluralità. Come accade con tutti i periodici, ci auguriamo che Emma diventi un nodo di relazioni capace di intessere comunità; speriamo inoltre che riesca a trasformarsi in un piccolo impulso per futuri pensieri e future pratiche.

Grazie alla rivista si proseguirà a viaggiare «in direzione ostinata e contraria», come ribadirebbe Faber?

Cercheremo di farlo, numero dopo numero, promuovendo riflessioni contro i poteri e le ingiustizie, impegnandoci a dare voce a chi non ce l’ha.