Sei mesi fa in pochi avrebbero messo in discussione la vittoria di Michele Emiliano. Poi è arrivata la candidatura di Ivan Scalfarotto per «Italia Viva». Un pezzo di centrosinistra, quello guidato da Matteo Renzi, prendeva un’altra strada. Crollano anche le flebili speranze di convincere il M5S e Antonella Laricchia a correre insieme. Poi scende in campo Raffaele Fitto, un ex ministro che ha già governato la Puglia. Di certo non uno che passava di lì per caso. Ieri sera Emiliano ha tirato davvero un sospiro di sollievo quando le prime proiezioni lo indicavano 6-7 punti sopra l’avversario.

«Ho avuto paura di perdere» ha raccontato. «E’ stata una battaglia dura perché avevo davanti un avversario competente capace di fare campagna elettorale». Per Fitto solo parole al miele. Il silenzio, invece, quando gli viene chiesto un commento agli attacchi degli scorsi giorni di Matteo Renzi. «A lui non ho niente da dire», ha glissato. E’ un Emiliano visibilmente emozionato che non si aspettava una affermazione così netta. «Voglio ringraziare tutti i pugliesi. Abbiamo fatto una campagna elettorale strada per strada, città per città, per spiegare perché era necessario salvare un processo politico che dura da 15 anni e che ha fatto grande questa regione. Il popolo pugliese ci ha anche perdonato le tante cose che potevamo fare meglio. Questa serata non cancella quello che dobbiamo migliorare. Saremo in grado di imparare dagli errori. La primavera di Puglia non è finita». Come dopo la vittoria di cinque anni fa, Michele Emiliano tornerà a proporre al M5S di fare parte della sua giunta. «Io sono capatosta», ha sottolineato. Questa volta, però, avrà un’argomento in più: l’alleanza di governo tra il Movimento e il PD. Si riproporrà presto nel Cinque Stelle, d’altronde, il dilemma che ha caratterizzato il dibattito interno di questi giorni: dare seguito o meno all’indicazione arrivata dalla base, attraverso il voto sulla piattaforma Rousseau, che vorrebbe alleanze con il partito guidato da Zingaretti anche a livello locale. La Puglia rischia di diventare un importante banco di prova per la tenuta del Movimento con Alessandro Di Battista, e non solo, che negli scorsi giorni ha affilato le armi, a capo degli irriducibili che hanno detto no all’alleanza pre-elettorale con il centrosinistra. L’unica esponente del M5S pugliese ad essersi espressa ieri sera dopo la sconfitta è stata l’ex ministro per il Sud Barbara Lezzi. Le sue sono parole al vetriolo, preludio di una dura resa dei conti, affidate ai social: «Si possono attribuire le colpe a tanti di noi. A partire da me, Antonella (Laricchia, ndr) e il M5S pugliese. Abbiamo testardamente compiuto delle scelte passando da coloro che, da componenti del governo in quota 5 Stelle, hanno rilasciato interviste ambigue sino all’ultimo giorno di campagna elettorale, dicendo che erano scelte sbagliate quelle nostre e che l’alleanza con il PD dovrebbe diventare strutturale. Alleanza che, in ogni caso, non ci ha fatto vincere in Liguria e neanche in Sardegna dove ci sono state le suppletive per un seggio in Senato che prima era nostro. Non si sono risparmiati in questi attacchi interni neanche alte cariche istituzionali del M5S. Questo esercizio di memoria delle ultime settimane», prosegue Barbara Lezzi, «potrebbe continuare ma a me non interessa. Ribadendo le responsabilità di tutti, credo che ora siano urgenti gli stati generali tanto attesi ed è fondamentale che vengano organizzati in modo da coinvolgere tutti i territori, con i rispettivi attivisti ed eletti». Secondo Michele Emiliano alla fine anche il voto disgiunto ha avuto il suo peso. «Sono certo», ha affermato «che tantissimi pugliesi che avrebbero votato per il M5S hanno scelto un voto utile sulla base di un progetto. A un certo punto ci siamo sentiti isolati. In questo momento possiamo dire che la Puglia è il luogo più importante per l’elaborazione del futuro politico del paese».

Tra chi applaude al risultato elettorale c’è anche l’ex presidente della Regione Nichi Vendola. «Chi pensava che la Puglia potesse diventare la colonia estiva della destra sovranista e sfascista, dovrà ricredersi», ha dichiarato ad Adnkronos. «La ‘primavera pugliese’ è ancora una stagione viva, nonostante errori anche gravi nell’azione di governo. Il popolo pugliese ha detto con chiarezza che indietro non si torna. Raffaele Fitto ancora una volta perde, perde perché è sempre viva la memoria della sua arroganza e del suo malgoverno. A Emiliano», ha proseguito, «tocca il compito di interpretare il senso di un voto che chiede al centrosinistra più coerenza, più coraggio, più competenza. E alla Puglia oggi compete il compito di dare più forza alla battaglia a difesa del Sud».