Segnali di apprezzamento all’annuncio del varo del «Campo progressista» di Giuliano Pisapia. Ci sono solo quelli scontati delle personalità già da mesi impegnate a vario titolo nella sua iniziativa: Massimo Zedda, Luigi Manconi, Massimiliano Smeriglio Franco Monaco, Luciano Uras, Bruno Tabacci. Da casa Pd arrivano i complimenti del presidente del Lazio Nicola Zingaretti ( «Progetto molto positivo e incoraggiante), del senatore ’giovane turco’ Francesco Verducci ( «Altro che scissioni, serve un grande Pd a vocazione maggioritaria, con dentro tutti, non solo Bersani ma anche Pisapia»). Adesione anche da parte dei Verdi di Angelo Bonelli e Fiorella Zabatta: «Siamo disponibili a dare il nostro contributo per riempire le Officine per il Programma con elementi di modernità: dalle Smart city alla Green Economy».

Ironico invece il presidente della Puglia Michele Emiliano: «Pisapia dice che lui e Renzi possono arrivare al 40 per cento. Sono ottimisti, evidentemente hanno dei sondaggi segreti». Scettico anche Nichi Vendola: «Continuo a non capire la prospettiva che indica Pisapia: parla di aggregazioni, di alleanze, di coalizioni. Il punto è capire cosa è accaduto e cosa ha rappresentato Renzi e se è una prosecuzione del berlusconismo con altri mezzi».