Michele Emiliano, l’eccentrico presidente della Regione Puglia, torna a far parlare di sé. E ad agitare gli animi del centrosinistra pugliese e non solo. Nella sua ultima uscita pubblica, intervenendo dalla platea dell’evento «La Piazza» a Ceglie Messapica in provincia di Brindisi, il governatore ha elogiato il leader della Lega, Matteo Salvini, che era in collegamento. «Stai facendo un grande sforzo che io nel mio piccolo voglio incoraggiare e che apprezzo moltissimo. Stai cercando di trovare una lettura di questo Paese vicina alle persone, ed è uno sforzo che ha dei costi politici. È un politico che ha una sua onestà intellettuale» le parole di Emiliano, che ha offerto al leghista «la collaborazione della regione Puglia». E il leader della Lega ha replicato: «Ringrazio gli ottomila sindaci italiani che sono in prima linea, partendo dalle parole del presidente. Lavorare per il bene del Paese deve essere interesse di tutti».

Certo è che Emiliano non è nuovo ad esternazioni o alleanze quanto meno discutibili per un politico di centrosinistra come lui, rieletto governatore lo scorso anno. Pur non essendo più iscritto al Pd dal 2018, dopo l’ammonizione del Csm a causa della sua iscrizione a un partito politico da magistrato in carica, «big Michele» resta un punto di riferimento dei dem in Puglia. Ma in questi anni ha sempre più allargato il suo raggio d’azione e le sue alleanze politiche sino ad arrivare ad ambienti di centro e di destra: le 14 liste a sostegno della sua ultima candidatura sono appunto figlie di una visione politica tutt’altro che «chiusa».
Grande alleato dell’ex premier Giuseppe Conte, con un punto di riferimento nell’esecutivo Conte II rappresentato dal fedelissimo Francesco Boccia, Emiliano ha appoggiato sin da subito l’alleanza Pd-M5S tanto da esser riuscito a far entrare in maggioranza in consiglio regionale ben quattro consiglieri pentastellati, con tanto di nomine assessorili. Ma Emiliano si è spinto assai più a destra dichiarando il suo sostegno al candidato sindaco di Nardò, in corsa per il secondo mandato, Pippi Mellone, da giovane in An e Azione Giovani, considerato molto vicino a CasaPound: «Il sindaco che ha aperto la mia mente» e «ha fatto cadere i mie pregiudizi ideologici», lo ha definito il governatore pugliese, da tempo amico e sostenitore di Mellone.

L’ultima sortita di Emiliano in favore del sindaco di Nardò aveva portato il senatore pugliese del Pd Dario Stefàno ad auto sospendersi dal partito chiedendo ai vertici nazionali e regionali di prendere posizione. E ieri Stefàno ha twittato: «Il presidente Emiliano pian piano sta delineando la sua visione politica. Prima il sostegno al sindaco di CasaPound, ieri gli elogi a Salvini. In Puglia l’alleanza si sta allargando?».

È intervenuto anche il segretario regionale di Sinistra italiana, Nico Bavaro: «Non so a quale visione di Paese si riferisca Emiliano. Forse quella dello sblocco dei licenziamenti? O dei condoni? O a quella che liscia il pelo ai No vax che picchiano i giornalisti? O forse a quella di un partito che deve restituire 49 milioni di soldi pubblici?». E Nichi Vendola ricorda che se anche Emiliano «ci ha abituati alle sue peregrinazioni in territori lontani e nemici dei nostri valori e della nostra storia, noi lo abbiamo sostenuto e votato perché fosse un argine agli imprenditori della paura e dell’intolleranza, un muro contro i razzisti e gli omofobi». Il tutto a un mese dalle elezioni amministrative, che nella regione riguarderanno 54 comuni, in molti dei quali non è stato possibile raggiungere un’intesa tra Pd e M5S (che invece a Nardò sono alleati).

Sarà un caso ma a fine luglio Emiliano ha ufficializzato la trasformazione della sua lista civica «Con» in un movimento politico. L’obiettivo è costituire una federazione nazionale di liste civiche per portare il modello delle regionali (centrosinistra e civiche) alle politiche del 2023. Il governatore ha dichiarato che il suo «desiderio è che Pd, M5S e movimenti civici costruiscano un’idea dell’Italia che consenta di resistere al vento che porterebbe al governo le destre più deteriori, non parliamo di Forza Italia e Berlusconi. Ne ho parlato con Letta e Conte. C’è molto da fare per non perdere nel 2023». Ma la strada intrapresa non sembra quella giusta.