Abbiamo intervistato la senatrice democratica dello stato di New York, Julia Salazar, per discutere degli effetti dell’epidemia di Covid-19 nella città di New York e della strategia del Partito Democratico, dopo il ritiro di Bernie Sanders per la corsa alle presidenziali di novembre. Salazar è stata eletta nelle scorse elezioni di Midterm a soli 28 anni nel 18° distretto di New York (Brooklyn), è membro dei Socialisti Democratici d’America (DSA) e con il suo profilo da working class immigrant rappresenta la giovane opposizione socialista all’interno dei democratici.

La candidatura di Sanders sembra sia stata osteggiata in tutti i modi dai vertici del Partito Democratico. Qual è la tua opinione?

La leadership del Partito Democratico non ha imparato affatto la lezione delle presidenziali del 2016, in cui molte persone che si erano presentate nei loro stati per votare alle primarie, non sono andate a votare alle elezioni generali perché non si sentivano motivate da Hillary Clinton. Bernie Sanders era radicato tra la gente comune e aveva ispirato la società civile; nel 2016 aveva dovuto affrontare molta più opposizione all’interno del proprio partito rispetto a quella della destra, o di Trump, o di altri candidati repubblicani. Il Partito Democratico, invece di osservare questo dato e di rivalutare la situazione, facendo appello a quegli elettori democratici che dissentono dalla direzione del partito e che sono allineati con il senatore Sanders, si è ostinato sulla stessa posizione. Penso sia parte del problema di un sistema a due partiti, specialmente all’interno di un sistema capitalistico vagamente regolato, come il nostro, in cui il potere di prendere decisioni è concentrato esclusivamente ai vertici.

I semplici iscritti non hanno alcuna influenza sulle decisioni che il partito prende, è molto diverso dai partiti laburisti in Europa o dai partiti socialdemocratici in altri paesi che sono più allineati ideologicamente e politicamente con Sanders. Gli interessi di classe delle persone che guidano il Partito Democratico sono soddisfatti dallo status quo, sfortunatamente. Quindi anche se i leader odiano politicamente il presidente Trump, in realtà non hanno alcuna motivazione per l’autocritica e per attuare un cambiamento, a differenza della classe operaia negli Stati Uniti. Non hanno interesse per l’esito delle elezioni. La direzione del partito non lo direbbe mai, ma i loro interessi di classe sono in realtà in linea con quelli del presidente Trump più di quanto non lo siano con il senatore Sanders e con coloro il cui intero programma e la cui intera carriera politica sono stati dedicati a rafforzare i lavoratori e a cercare di rendere il nostro sistema politico più accessibile, responsabile e trasparente. È una follia, continuano a fare la stessa cosa, come nel 2016, aspettandosi un risultato diverso.

Sosterrai Biden se verrà candidato?

Se Joe Biden sarà il candidato democratico voterò per lui a novembre perché sento l’obbligo di votare per il candidato democratico, se questa è l’unica opzione praticabile contro il presidente Trump, ma temo che molti elettori, proprio come nelle precedenti elezioni, si sentano disillusi e persino un po’ emarginati dalle decisioni del partito e potrebbero non presentarsi ai seggi. Se Sanders fosse il candidato, sarebbero disposti a presentarsi per votare sia nelle rimanenti primarie statali, sia nelle elezioni generali, perché Bernie ha dimostrato la capacità di saper convincere queste persone. A fine marzo e ad aprile hanno organizzato, in alcuni stati, delle primarie profondamente non democratiche; non si sarebbero dovute svolgere elezioni durante la crisi sanitaria, considerando che così tante persone sono state messe in quarantena.

I Socialisti Democratici d’America, di cui io sono una piccola parte, sono cresciuti in modo esponenziale dopo le elezioni del 2016. Le persone che si sono rassegnate stanno crescendo di nuovo dopo che Bernie ha annunciato la fine della sua campagna. Almeno 3.000 persone in un paio di giorni si sono unite al DSA (Democratic Socialists of America). È questa base insoddisfatta che sarà democraticamente in grado di cambiare il Partito Democratico, oppure fonderà un proprio partito. C’è già stata una discussione molto seria in proposito nel 2016 e ora le persone sono persino più arrabbiate e c’è anche una maggiore urgenza per noi di attuare il tipo di politiche e programmi sociali e socialdemocratici che Bernie Sanders ha sostenuto. Se la leadership del Partito Democratico sarà saggia, rivaluterà immediatamente la sua strategia al fine di non perdere tutti questi elettori, ma certamente dopo le imminenti elezioni presidenziali, presumendo purtroppo che Biden non sarà in grado di sconfiggere Trump.

Credi che Biden sia l’avversario che Trump desiderava?

Fino alle primarie nella Carolina del Sud, dove Biden stava andando decisamente male, non sembrava avesse alcuna possibilità. Quindi è davvero strano che sia, anche se non ufficialmente, il presunto candidato. Probabilmente Trump è stato molto felice di vedere il Partito Democratico fare quello che fece nel 2016 perché ha funzionato per lui, sfortunatamente. Penso che Bernie fosse l’unico candidato democratico che Trump, in qualche modo, rispettasse e questo non è un riconoscimento per il presidente Trump, ma solo per dire che Bernie sarebbe un formidabile avversario. Credo che Trump e le persone intorno a lui vogliano solo mantenere il potere e sfortunatamente penso che il Partito Democratico stia candidando la persona che ha maggiori probabilità di consentire che ciò accada.

Sanders ha lasciato un’eredità importante al Partito Democratico, qualcuno sarà in grado di raccogliere il testimone?

Sì, assolutamente. Bernie ha molti sostituti all’interno del partito, non solo persone come me che non hanno mai desiderato candidarsi per il Congresso. Ci sono molte persone che aspirano a guidare il movimento che Sanders ha costruito, o che aspirano alla presidenza, o che cercano di trasformare davvero il partito, o addirittura di creare una nuovo partito. Mi ispiro a queste persone, si tratta della deputata Ocasio-Cortez, di Rashida Tlaib, di Ilhan Omar, di Nina Turner e degli altri che sono stati alleati del senatore Sanders e che fanno pressione per politiche come l’assistenza sanitaria pubblica per tutti. Cosa importante, ma non è l’unica, tutte queste persone di cui ho parlato sono donne. Ma penso anche a Ro Khanna in California. Io sono marxista e considero Bernie più di un socialdemocratico. Sono fiduciosa soprattutto perché, mentre Ocasio-Cortez è a New York, questi altri leader che hanno sostenuto Sanders all’interno del partito sono in tutto il paese e quindi penso che lo sviluppo della leadership stia avvenendo. La forza di tutto questo e come si manifesterà dipenderà in gran parte da ciò che accadrà a novembre.

New York è l’epicentro del contagio di Covid-19 negli USA. Come sta reagendo la città?

Al momento abbiamo perso, a causa del virus, oltre 10.000 newyorkesi in tutto lo stato, ma principalmente nella città di New York, in particolare nel Queens e a Brooklyn, dove vivo. Questo ovviamente credo sia l’impatto più grave, ma anche l’impatto economico è davvero inquietante e abbiamo appena iniziato a vedere quanto sarà dura. Molte persone hanno perso il lavoro e il tasso di disoccupazione ora è davvero alto. Le agenzie, i sistemi e i programmi sociali che esistevano finora per cercare di affrontare la disoccupazione sono tristemente insufficienti perché noi operavamo, almeno nello stato di New York, con un budget di austerità. Queste agenzie sono a corto di personale e sotto finanziate e sono inadeguate a fornire i servizi e le risposte urgenti di cui i newyorkesi hanno bisogno per sopravvivere. Dipendiamo molto da questi pacchetti di incentivi federali che le persone stanno ricevendo in queste settimane. Questi incentivi federali, basati sulle tasse e il reddito dell’anno precedente, sono una sorta di reddito di base universale, ma sono solo un test. Alcune persone stanno ricevendo l’assistenza in contanti; la cifra è la stessa in tutti gli Stati Uniti ma New York è un posto molto costoso in cui vivere rispetto al resto del paese e quindi un assegno di 200 dollari è del tutto insufficiente per molte persone della classe operaia o per le famiglie a basso reddito poiché, da solo, non coprirà nemmeno l’affitto di un mese.

Al tempo stesso è l’assistenza più generosa che molte persone abbiano ricevuto finora, perché il nostro governatore è molto fedele, e lo è stato per tutto il suo mandato, ad un bilancio di austerità. Abbiamo appena terminato il processo di bilancio dello stato in cui io e altri legislatori statali abbiamo sostenuto molto duramente la creazione di nuove fonti di entrate, tassando ad esempio le persone molto ricche.

Abbiamo un sistema fiscale iniquo a New York, ci sono multimilionari e miliardari nel nostro stato che, poiché mantengono una residenza principale altrove, ma possiedono un palazzo nella città di New York, qui non pagano le tasse sul reddito. Esistono numerose scappatoie fiscali che consentono ai super ricchi e alle corporation che hanno sede a New York di non pagare la loro giusta quota di tasse e questa è la causa principale dell’enorme deficit dello stato di New York (il 27 aprile Cuomo ha dichiarato che il deficit statale è di 10-15 miliardi di dollari ndr), che ha spinto il governatore persino a provare a tagliare miliardi al Medicaid, che negli USA è la cosa più vicina all’assistenza sanitaria pubblica per tutti.

 

Essere disposti a fare ciò durante una crisi sanitaria ed essere riluttanti ad aumentare le tasse è assolutamente inconcepibile, ma questa è la leadership che abbiamo nell’esecutivo a livello statale. Come senatore dello stato, oltre a combattere contro il regime di austerità, sto introducendo una legislazione che fornirebbe aiuti di emergenza agli inquilini ed ai senzatetto, la parte più vulnerabile dei nostri quartieri.

Il distretto in cui vivo e che rappresento è composto prevalentemente dalla classe operaia, soprattutto afroamericani e latini. Rappresento più di 25 progetti di edilizia residenziale pubblica nel mio distretto e quei progetti sono in uno stato di decadenza da molto tempo, anche a causa del budget di austerità e dell’incapacità del governo di investire nell’edilizia pubblica. Si tratta di centinaia di migliaia di inquilini, alcuni di loro sono senza cucina a gas, affrontano in parte gli stessi problemi che avevano prima di questa crisi, ma ora si sono aggravati.

Sono più vulnerabili durante una pandemia a causa del loro status socio-economico, ma queste persone erano in quelle condizioni e senza un’adeguata assistenza sanitaria già prima dell’emergenza, ciò significa che le loro condizioni mediche si possono prevenire. Sto partecipando personalmente agli sforzi di mutuo soccorso consegnando loro dei pasti e questa settimana sono andata in tutti gli ospedali della nostra rete locale che è in prima linea durante la crisi.

Secondo i dati, gli afroamericani e i latini a NY sono la parte di popolazione più colpita dal virus, perché?

Tra la nostra gente a Brooklyn c’è un tasso di asmatici davvero elevato che è molto grave, dati i sintomi del Covid-19 e il modo in cui colpisce il sistema respiratorio. C’è un tasso più alto di ipertensione e non è perché geneticamente siamo predisposti ad esso, in realtà le persone nere e ispaniche a New York vivono nei “deserti alimentari” (quartieri che non hanno negozi di alimentari ndr), cronicamente senza un adeguato accesso a cibi nutrienti e molti di loro vivono con buoni pasto o semplicemente come poveri.

Quindi, ovviamente, la nostra gente sarà più vulnerabile al coronavirus. Ora finalmente abbiamo questi dati che ci dicono ciò che già sapevamo, cioè che la popolazione nera e ispanica sta contraendo il virus ad un tasso doppio rispetto alla popolazione bianca a New York. Dato che tecnicamente siamo una minoranza in tutta la città, si tratta di un numero assolutamente allarmante di casi e, di conseguenza, gli ospedali pubblici nel mio distretto, come Woodhull, sono sovraccarichi.

Sono stata lì questa settimana a servire pasti ai lavoratori, ora ci sono operatori sanitari provenienti da tutto il paese negli ospedali di New York. Ci sono ambulanze inviate dal Minnesota che si trovano nel mio quartiere di Brooklyn. Tutti stanno cercando di inviare risorse perché non siamo preparati a soddisfare i bisogni durante questa crisi. Abbiamo un servizio sanitario a scopo di lucro a New York e negli Stati Uniti che è totalmente insufficiente. Hanno aperto dei centri per i pasti, soprattutto nelle scuole pubbliche, in tutta la città perché molte persone non hanno alcun reddito e ci si aspetta ancora che paghino l’affitto e i loro mutui. Per me questo è il fatto più inconcepibile in questa situazione. Come stato, abbiamo fallito nell’aiutare le persone che non sono in grado di mantenere le proprie case, non ci sono scuse per questo, e nel frattempo salvano le banche e le persone che non hanno subito affatto l’impatto finanziario.

Qual è il tuo giudizio su come è stata gestita l’emergenza dal governo?

Direi che è negativo in generale ma sono riluttante solo a criticare perché si tratta di una crisi senza precedenti. Non solo hanno impiegato molto tempo a emettere questi ordini per chiudere le attività non essenziali e per chiedere alle persone di rimanere a casa, ma la cosa peggiore è che non hanno risposto immediatamente, non consentendo alle persone di seguire questi protocolli. Molte persone sono arrabbiate con il sindaco di New York in questo momento, io sono molto più delusa dal governatore Cuomo perché ha più potere e quindi credo sia necessario attribuirgli più responsabilità per le carenze nell’affrontare la crisi. Alcuni degli impatti evitabili di questa crisi sono il risultato del fatto che Cuomo non abbia finanziato in modo adeguato le nostre scuole pubbliche, ad esempio, quindi il passaggio all’apprendimento a distanza è stato davvero difficile per gli educatori e per gli studenti e non è avvenuto così rapidamente come avrebbe potuto. Se il nostro governatore non fosse stato così impegnato ad affamare per anni le nostre comunità con la mancanza di risorse, ci troveremmo in una situazione migliore in questo momento. Così come sono arrabbiata e delusa per la risposta del governo, sono rincuorata nel vedere la reazione delle persone nelle nostre comunità, come si stanno dimostrando solidali tra loro. Fin dal primo giorno si sono riunite rapidamente per pensare ai nostri anziani e ai nostri vicini che avrebbero avuto bisogno della consegna dei pasti e di servizi e hanno intensificato l’impegno.

Credi che questa crisi sanitaria e sociale abbia fatto emergere delle contraddizioni nel nostro sistema di produzione e di vita?

So che è una specie di cliché dire “socialismo o barbarie”, ma penso che quell’idea si manifesti pienamente in questo momento, perché non abbiamo programmi socialisti o socialdemocratici per fornire assistenza sanitaria alle persone e per occuparci della disoccupazione. Adesso per fortuna c’è una moratoria sugli sfratti, quindi le persone che non possono permettersi di pagare l’affitto non possono essere buttate per strada. Ma la moratoria è temporanea e sono davvero preoccupata per l’impatto che vedremo quando lo stato di emergenza terminerà, quando le imprese e il mercato azionario riapriranno e le persone avranno dei debiti per i mesi di affitto arretrati. La classe operaia e la classe media saranno devastate da questa crisi se non cambieremo rotta definitivamente.

La lotta di classe sarà ancora più evidente in futuro?

Sì, penso che si stia aggravando. Le persone si stanno mobilitando a causa dell’emergenza, voglio che sviluppino una coscienza di classe. Non desidero affatto che soffrano per quello che sta accadendo ma penso che il fatto che le persone stiano aprendo gli occhi sia un effetto positivo. Le persone si stanno svegliando e coloro che in precedenza davano poca importanza a cose come la sospensione dell’affitto, o al fatto che il governo intervenisse maggiormente e aiutasse le persone, ora stanno sostenendo queste politiche. Penso solo che sia una vergogna che ci sia voluto qualcosa di così devastante come questa pandemia per farlo e credo anche che sarebbe una vera vergogna se dopo tutto questo le persone avessero la memoria corta e fossero semplicemente impegnate a provare a tornare alla normalità. Io sono molto fortunata per vari motivi ma la vita di prima era già così orribile per così tante persone. Sono determinata nel fare in modo che quando usciremo dalla quarantena le persone non abbiano una memoria corta e non provino solo a tornare alla solita normalità, perché quella normalità è ciò che ci ha messo in questo caos ed è letale.