Per evitare di regalare anche il Molise al Movimento 5 Stelle o alle destre, il prossimo 22 aprile alle elezioni regionali, il centrosinistra ha trovato nella cassetta degli attrezzi il più adatto dei candidati all’aria che tira: Tonino Di Pietro. Non è ancora ufficiale ma l’ex magistrato fondatore dell’Italia dei valori – «né di destra né di sinistra» – ha deciso di accettare l’invito a tornare nell’agone politico e di correre in aiuto alla coalizione, ben accolto perfino dai militanti di Liberi e Uguali.

Dopo il disastro delle elezioni politiche nazionali c’è molta cautela, nel centrosinistra, e in particolare nel Pd che domenica scorsa ha incassato il 15,21% dei consensi, a fronte del 44,79% del M5S e del 29,81% del centrodestra.

E dopo che il governatore dem uscente (ex Forza Italia), Paolo di Lauro Frattura, ha fatto sapere che non si candiderà di nuovo («Adesso – ha detto – l’obiettivo è un centrosinistra unito che proponga un programma di legislatura ai cittadini molisani per superare il risultato disastroso del 4 marzo»), il nome di Di Pietro ha incassato velocemente il sostegno anche dell’ex senatore Roberto Ruta, candidato di Leu, che ha deciso di cedere il passo all’ex pm di Mani pulite.

Il quale con il Pd aveva un conto aperto: alle scorse elezioni politiche, infatti, Matteo Renzi aveva posto il veto alla candidatura di Di Pietro al collegio uninominale di Campobasso per il Senato proposta dal segretario regionale dem Micaela Fanelli, in quanto «rappresentante di una cultura giustizialista che noi non abbiamo mai apprezzato». Al suo posto aveva preferito Enrico Colavita, presidente di Confindustria del Molise.

Ora però il Tonino nazionale torna utile. A sfidarlo sarà un altro magistrato: il giudice di Isernia Di Giacomo, chiamato a sua volta a risollevare le sorti del centrodestra.