Soltanto 100 minuti a disposizione per gli otto candidati al ruolo di premier in Polonia durante il dibattito televisivo di lunedì scorso.

Ne è scaturita una vetrina priva di mordente in cui hanno prevalso i soliti proclami sull’abbassamento delle tasse e dell’età pensionabile che la favorita del partito di estrema destra Giustizia e Libertà (PiS) Beata Szydlo vorrebbe riportare a 60 anni per le donne e 65 per gli uomini.

I media sono riusciti a mantenere la par condicio ma le regole del dibattito sono state fissate dai grandi partiti come la formazione liberale di Piattaforma civica (Po) sconfitta in primavera alle presidenziali e dato ora al 26,3%. È stata una passerella televisiva poco incisiva che non sembra aver spostato gli equilibri. In uno sketch televisivo del Kabaret Moralnego Niepokoju «cabaret dell’inquietudine morale» dedicato alle elezioni, Szydlo è stata presentata in toni satirici e merkeliani.

Sarebbe lei la responsabile dell’accudimento simbolico del collega di partito e presidente polacco Andrzej Duda (PiS). Allo stato attuale Szydlo mantiene un vantaggio di almeno 5 punti percentuali sulla premier uscente Ewa Kopacz del Po. La sfida tutta al femminile è una novità assoluta a Varsavia che potrebbe mettere fine alla fugace coabitazione tra il partito dell’ex Tusk e Duda, insediatosi quest’anno al Palazzo del Belweder.

Il Po non sembra essersi ripreso dallo scandalo del «waitergate», nonostante il repulisti voluto da Kopacz che aveva portato alle dimissioni forzate di mezzo governo. Il PiS ha continuato a sfruttare l’effetto sull’opinione pubblica di alcune registrazioni scomode catturate di nascosto da alcuni camerieri in due ristoranti della capitale frequentati dal Po. Chi invece pensava che la strage aerea di Smolensk sarebbe scomparsa dal dibattito pre-elettorale si è dovuto ricredere: Szydlo preme infatti per la creazione di una nuova commissione di inchiesta internazionale sul modello di quella istituita per la tragedia del Boeing malese precipitato in Ucraina. Un’opzione praticabile soltanto con il consenso di Mosca che difficilmente potrebbe arrivare.

Un tema sempre caldo dunque che potrebbe scatenare una nuova guerra «polsko-polska» tra i due maggiori partiti polacchi. Se il PiS dovesse conquistare la maggioranza anche in questa tornata elettorale, c’è il rischio di tornare alle vecchie teorie del complotto e a quella stagione della lustracja anti-comunista che aveva marcato lo scorso decennio l’interregno dei fratelli Kaczynski. Il PiS confida molto voti della diaspora polacca all’estero. Non a caso, il falco Antoni Macierewicz si è reso protagonista di una tournée americana grazie ai suoi agganci nel milieu teo-con per presentare l’immagine di un paese in rovina, diventato un condominio russo-tedesco durante il governo del Po.

Più incerta la lotta per diventare la terza forza del paese. Da un lato, la lista degli zmieleni letteralmente, i giovani «frantumati», capitanata dal rocker Pawel Kukiz, reduce da un buon risultato alle presidenziali.

Dall’altro, l’alleanza di Sinistra Unita (Zl) guidata dalla giovane Barbara Nowacka che raccoglie anche Verdi ed esponenti del partito liberale radicale dell’imprenditore Janusz Palikot. Questa volta la Sinistra ha deciso di puntare tutto su Nowacka dopo la disfatta di Marta Ogórek privata nel momento clou della scorsa campagna presidenziale del sostegno finanziario e politico da parte dei suoi colleghi di partito.

Nowacka che vorrebbe eliminare le lezioni di religione dalla scuola pubblica e liberalizzare l’aborto ha cercato di ricucire lo strappo decennale con alcune sigle sindacali del paese. Zl ha promesso una politica più verde ma anche la riduzione della pressione fiscale sulle società di gestione delle miniere e percorsi di riqualificazione professionale per i lavoratori in uscita.
Una sfida difficile, se non impossibile, per la sua coalizione, visto che i maggiori sindacati del paese quali Solidarnosc restano appannaggio dell’elettorato di destra del PiS. Secondo il quotidiano Gazeta Wyborcza, Jaroslaw Kaczynski avrebbe offerto al presidente polacco Duda, una posizione di rilievo nelle liste elettorali del proprio partito.