Le code ai seggi in Iran per il rinnovo dei 290 seggi del parlamento (Majlis) fanno sperare i tecnocrati di Hassan Rohani. Il presidente moderato ha parlato di un’affluenza «epocale». Secondo lui, in caso di vittoria della sua corrente politica, il paese si avvierà verso «la prosperità economica, maggiori investimenti esteri e più lavori per i giovani». In realtà, fin qui i moderati al potere hanno solo provveduto al taglio dei sussidi e sono stati bloccati in riforme più incisive dal parlamento dominato dai conservatori. La chiusura dei seggi è stata posticipata di tre ore, sono attesi i primi risultati nella giornata di oggi.

Alcuni elettori hanno inneggiato all’ex presidente Muhammad Khatami, bandito dai media pubblici. Il leader riformista aveva invitato i suoi sostenitori a recarsi alle urne in un video rilanciato dai social network.

Anche il leader riformista Kharroubi ha votato dalla sua abitazione dove si trova agli arresti domiciliari dal 2011, dopo la grande manifestazione di piazza Azadi. In queste elezioni, nonostante i messaggi pubblici, i riformisti rischiano di essere messi all’angolo dall’ascesa dei tecnocrati di Rafsanjani e Rohani. L’unica eccezione è la candidatura di Mohamed Reza Aref a Tehran che potrebbe aprire le porte alla presidenza della Repubblica per il politico, già ritiratosi alle presidenziali del 2013 per lasciare spazio alla vittoria di Rohani.

I messaggi di incoraggiamento per spingere gli iraniani a recarsi alle urne sono arrivati anche dalla guida suprema Ali Khamenei e dal suo consigliere per gli affari Esteri, Ali Akbar Velayati. «È il miglior modo per rimanere vigili sul nemico americano», ha aggiunto Khamenei. Con il voto per le parlamentari, si svolgono le elezioni dell’Assemblea degli Esperti. L’Assemblea è ancora dominata dal clero conservatore e alla prima generazione di rivoluzionari del 1979, vicino all’ayatollah Khomeini. I nuovi 88 membri saranno prima o poi chiamati a scegliere la nuova guida suprema. Ali Khamenei ha 75 anni ed è reduce da ricoveri per problemi di salute, sebbene sia apparso in pubblico in buona forma. Per questo la nuova Assemblea sarà essenziale per i nuovi equilibri di potere.

In caso di successo, i tecnocrati potranno mettere mano al pacchetto di riforme economiche fin qui bocciate dall’assemblea parlamentare a maggioranza conservatrice. Rohani vorrebbe tassare in parte le Fondazioni (Boyand) fin qui esenti da imposizioni fiscali, allargare il welfare pubblico e riformare il sistema bancario.

Le parlamentari del 2016 saranno ricordate come le più tecnologiche della storia iraniana. Lo ha confermato ieri il Segretario del Consiglio supremo del Ciberspazio, Seyyed Abul-Hassan Firouzabadi. 13 milioni sono gli iraniani che usano le app di Telegram e 39 milioni ad avere uno smartphone. Non ci sono filtri che tengano, il nuovo corso a Tehran è iniziato ormai dal 2013 e potrà consolidarsi in caso di ulteriore affermazione dei moderati.