La Commissione Europea «non si preoccupa» delle conseguenze che le elezioni anticipate in Grecia possano avere nei confronti del terzo bailout e del pacchetto di «riforme» contenuto nel terzo Memorandum.

A Bruxelles la portavoce della Commissione Ue, Annika Breidthardt, fa il punto così: «Le riforme sono state decise dal governo greco e votate dal parlamento. Vanno realizzate a prescindere dalle elezioni. La prossima ondata di importanti riforme è prevista ad ottobre e ovviamente ne monitoreremo da vicino la realizzazione».

Tutto sotto controllo, insomma. Tanto più che arriva anche la conferma ufficiale della serie di contatti telefonici del premier e del presidente greco, Alexis Tsipras e Prokopis Pavlopoulos, al presidente della commissione europea Jean Claude Juncker. Comunicazioni in tempo reale, dunque, fra Atene e Bruxelles nelle ore che hanno prodotto le dimissioni del leader di Syriza che spianano la strada alle elezioni anticipate, fissate al 20 settembre.

Si gioca in prospettiva sul piano di salvataggio da 86 miliardi di euro in tre anni: «La Commissione rispetta la decisione del premier per le elezioni anticipate. Non ci sorprende: ce lo aspettavamo» afferma la portavoce.
Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, alla televisione olandese Nos ha dichiarato: «È cruciale che la Grecia rispetti gli impegni presi verso l’eurozona. Ricordo che c’era ampio sostegno nel parlamento greco per il nuovo programma e il pacchetto di riforme. Quindi spero che le elezioni porteranno a ulteriore sostegno». Del resto, Dijsselbloem quand’era intervenuto al dibattito del parlamento olandese sugli aiuti ad Atene aveva sottolineato: «Sebbene i governi europei siano opposti a qualsiasi taglio del debito greco, mentre l’Fmi ritiene che senza questo passo il debito greco non sia sostenibile, nondimeno sarà possibile trovare un accordo sottoforma o di minori tassi di interesse o di tempi più lunghi per ripagare i prestiti. L’Eurogruppo è convinto che il debito greco sarà sostenibile per molti anni dopo il bailout, almeno fino al 2030. L’Fmi è più pessimista di noi: il loro scenario peggiore è più negativo del nostro, ma dobbiamo trovare un accordo circa l’approccio da adottare».

Conciliante, infine, la posizione dal presidente dell’Euroworking Group, Thomas Wieser. Il numero uno del gruppo di lavoro, che prepara le riunioni dell’Eurogruppo con il delicato compito di sbrogliare le questioni tecniche, in un’intervista alla tv austriaca Orf ritiene che le elezioni anticipate in Grecia siano «un passo atteso e per molti auspicato per avere una struttura più chiara nel governo greco».

A ottobre, conferma quindi, ci sarà un summit «su un possibile alleggerimento del debito» e dopo le elezioni greche «speriamo in ulteriori progressi del programma». Dunque, nessuno a Bruxelles molla la presa sui conti di Atene come sui provvedimenti contenuti nei Memorandum.