L’ombra dei paramilitari colombiani incombe sul Venezuela e sulle elezioni che si svolgeranno domenica nel comune di San Diego, nello stato Carabobo (nella parte settentrionale del paese) e in quello di San Cristobal, nel Tachira (ai confini con la Colombia). Due roccaforti della destra venezuelana, impegnata in una violenta campagna per far cadere il governo di Nicolas Maduro dalla prima settimana di febbraio.

San Cristobal è stato uno dei primi inneschi delle guarimbas (barricate di chiodi, cemento e spazzatura data alle fiamme)che hanno finora provocato 41 morti e oltre 800 feriti. Il sindaco Daniel Ceballos, più volte segnalato come elemento di contatto fra l’estrema destra colombiana e quella internazionale, è stato filmato mentre dirigeva, incappucciato, gli attacchi dei guarimberos. Lo scorso 10 aprile, il Tribunal Supremo de Justicia (Tsj) lo ha destituito dall’incarico per aver violato la disposizione 137, con la quale il Tsj ha proibito le guarimbas sul territorio.

Nelle ultime elezioni comunali del dicembre 2013 (a stragrande maggioranza vinte dal chavismo), Ceballos ha ottenuto l’82.794 voti (il 67% in un comune di 207.403 elettori) a fronte dei 35.991 del candidato socialista, José Gregorio Zambrano. Domenica si sfidano cinque candidati. Il Partito socialista unito del Venezuela (Psuv) schiera l’avvocato Alejandro Menendez. Dopo litigi e polemiche, la Mesa de la unidad democratica (Mud) ha accettato di candidare la moglie di Ceballos, Patricia Gutierrez, come il marito militante del partito Voluntad Popular: il partito di Leopoldo Lopez, il leader in carcere come istigatore delle violenze, che comparirà davanti al giudice il 2 giugno.

Lopez, Maria Corina Machado e il sindaco della Gran Caracas Antonio Ledezma non partecipano agli incontri di pace con il governo che si stanno svolgendo sotto l’egida della Unasur e del Vaticano. E alimentano le proteste violente che, per quanto notevolmente ridotte, continuano a infiammare il paese. L’intera Mud ha peraltro sospeso gli incontri, puntando i piedi sulla questione dell’«amnistia» che il governo chiama invece «impunità». La parte oltranzista dell’opposizione, che si ricandida nei due municipi, è quella che più preme perché gli Stati uniti impongano sanzioni al Venezuela. E una risoluzione in questo senso è in discussione al Senato.

Il Tachira come il Carabobo è governato dai socialisti bolivariani che, alle regionali del dicembre 2012 hanno conquistato 20 su 23 governazioni interessate dalle urne (il Venezuela è federato in 25 stati). Il traffico di alimenti e prodotti diretto in Colombia è uno dei business più redditizi per le associazioni criminali che imperversano alla frontiera. Quasi ogni giorno il governo bolivariano sequestra camion e depositi con tonnellate di prodotti sottratti al mercato nazionale e che provocano la tanto denunciata scarsità.

Anche a San Diego, la Mud ha candidato la moglie dell’ex sindaco Enzo Scarano, anch’egli in carcere per le proteste violente. «Rosa de Scarano vincerà con l’80% dei voti», ha vaticinato la Mud. Il campo socialista candida Alexis Abreu, appoggiato da 14 partiti dell’alleanza chavista. Fra destra e sinistra, in tutto si presentano sette candidati. Difficile, però, che si ottenga un cambio di marcia. San Diego è uno dei due comuni in cui il chavismo non ha mai vinto.