Ieri in Usa c’è stata la prima giornata elettorale da quando Biden è presidente, e ad un anno dalle elezioni di midterm. La sfida più critica è quella in Virginia, dove il democratico Terry McAuliffe e il repubblicano Glenn Youngkin erano in lizza per il ruolo di governatore. Mentre scriviamo non sono ancora arrivati i risultati del voto di nessuno stato, ma gli occhi di tutti sono rivolti allo stato dove Biden aveva vinto facilmente, e che i dem sperano di mantenere. Youngkin, nel frattempo, ha cercato un equilibrio nella gestione del suo sostegno a Trump, e potrebbe fornire al Gop una linea guida su come sfruttare l’influenza di Trump senza venirne fagocitati.

GLI ALTRI VOTI CHIAVE riguardano la riforma della polizia che è in ballottaggio in Minnesota, e il voto per il governatore dem del New Jersey alla ricerca di una rielezione storica perché, se rieletto, Phil Murphy diventerebbe il primo governatore dem del New Jersey a fare 2 mandati dal 1977. Anche Murphy offre una linea guida per il suo partito su come riuscire a governare ed essere rieletto portando a casa risultati di sinistra in uno stato diviso a metà, dove il nord è super liberal e il sud è Trumplandia, e dove coesistono realtà come la coltissima Princeton e un tempio della cultura trash come Atlantic City. A pochi giorni dal voto, a supportare Murphy è arrivato Bernie Sanders, che ha lodato i suoi risultati nelle politiche sociali, come l’innalzamento del salario minimo. Poche ore dopo via Twitter è arrivato anche il sostegno della moderata senatrice del Minnesota, Amy Klobuchar.

Il voto di ieri riguardava anche Boston, Buffalo, Atlanta e New York City, che hanno scelto i nuovi sindaci. Il risultato di New York era scontato: Eric Adams, afroamericano, ex poliziotto, ex presidente del distretto di Brooklyn, era considerato il nuovo sindaco sin dalla sua vittoria alle primarie demla primavera scorsa. A Boston la sfida era fra due democratiche: la asiatica americana liberal Michelle Wu e la moderata Annissa Esani George, figlia di un immigrato tunisino. A Buffalo India Walton, vincendo le primarie, aveva raggiunto uno straordinario traguardo per la sinistra progressista e oggi è la prima sindaca socialista di una grande città americana in più di 60 anni.
Ad Atlanta, infine, 14 candidati erano in lizza per sostituire la sindaca dem Keisha Lance Bottoms, dopo una campagna elettorale tesissima tra l’allarme per il picco di criminalità e le polemiche per lo sforzo dei residenti della ricca comunità di Buckhead di staccarsi dalla capitale.