La rivoluzionaria comunista e guida del movimento operaio, Mahiennour el-Masry è stata arrestata ieri ad Alessandria d’Egitto nel corso della prima udienza del processo che la vede imputata insieme ad altri nove attivisti.

Il giovane avvocato del partito dei Socialisti rivoluzionari era stata condannata a due anni lo scorso febbraio per aver attaccato la stazione di polizia al-Raml ai tempi dell’ex presidente Mohamed Morsi (2012-2013). Una condanna del genere chiarisce come non importa chi sia al potere, i poliziotti egiziani sono intoccabili ed hanno un ruolo sempre più significativo nel paese dopo il golpe del 2013.

In attesa che la Corte di appello di Alessandria si pronunci sulla richiesta di scarcerazione, presentata dai suoi avvocati, tra cui il comunista Khaled Ali, Mahiennour, insignita a Firenze del premio internazionale Ludovic Trarieux per il suo impegno per la difesa dei diritti umani in Egitto, resterà in carcere fino al prossimo 31 maggio. Nel settembre dello scorso anno, la giovane era stata rilasciata dopo aver scontato 6 mesi di prigione in seguito ad una condanna a due anni, ridotta in appello, inflitta per aver violato la legge anti-proteste che impedisce di manifestare in Egitto in occasione dell’anniversario dell’uccisione violenta di Khaled Said, il giovane simbolo dei movimenti anti-regime di Alessandria d’Egitto.

Il socialista, Alaa Abdel Fattah è stato condannato a 15 anni per aver violato la legge anti-proteste lo scorso novembre. Stessa sorte tocca agli attivisti di 6 Aprile, movimento dichiarato illegale, e 230 attivisti dei movimenti condannati all’ergastolo per le proteste del novembre 2011.

Restano in carcere migliaia di sostenitori dei Fratelli musulmani. I giovani all’interno della confraternita hanno annunciato una riforma delle attività politiche del gruppo con il trasferimento di potere dai leader in prigione, incluso l’ex presidente Morsi, ai più giovani attivisti islamisti. Infine, l’ex presidente Mubarak è stato condannato a tre anni di reclusione per corruzione.

Tuttavia l’ex raìs ha già scontato la sua pena e resta a piede libero. Anche i figli, Alaa e Gamal, condannati a quattro anni nello stesso processo, sono stati rilasciati nei mesi scorsi.