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«Eismayer», se la caserma diventa un luogo d’amore

«Eismayer», se la caserma diventa un luogo d’amoreUna scena di «Eismayer»

Cinema Il film d'esordio di David Wagner, vincitore della Settimana della Critica, sarà proiettato stasera alla rassegna «Venezia a Napoli». Un sergente, una recluta, una relazione che cambia ogni cosa

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 29 ottobre 2022

«La prima volta che sentii parlare del sergente maggiore Charles Eismayer fu nel 2001 quando ero una recluta. Pur non avendolo mai incontrato, avevo paura di colui che veniva definito come l’istruttore più spietato dell’esercito austriaco. Le storie su di lui non mi hanno mai abbandonato fin quando, quindici anni dopo, mentre studiavo cinema, ho iniziato a fare delle ricerche sulla sua vita scoprendo così una storia d’amore dietro la sua immagine di duro che mi ha profondamente toccato». Con queste parole, David Wagner riassume il pre-testo che sta alla base del suo lungometraggio d’esordio Eismayer, vincitore della trentasettesima Settimana internazionale della critica di Venezia.

UN’OPERA prima basata su una visione asciutta, percorsa da una tensione costante che vibra nelle immagini quasi documentarie, e su una narrazione altrettanto essenziale, ellittica nel descrivere quanto accade nel corso di mesi al protagonista Eismayer (devoto alla carriera militare, sposato, padre di un bambino, frequentatore notturno di ritrovi gay), alla recluta di origine bosniaca Mario Falak (il cui arrivo e la cui presenza saranno il motore del cambiamento in Eismayer), ai personaggi che entrano in relazione con quelle due figure maschili attorno alle quali ruota il film. Eismayer e Falak si innamorano. Eismayer lascia la moglie. I due soldati si sposano in caserma (nella realtà si unirono in matrimonio nel 2014 e continuarono a servire l’esercito).

Eismayer sarà in visione oggi (ore 21.30 al cinema Astra) a Napoli all’interno della dodicesima edizione della rassegna «Venezia a Napoli. Il cinema esteso» ideata e diretta da Antonella Di Nocera e alla presenza del regista e di Beatrice Fiorentino, direttrice della Settimana della critica. «Il film – spiega Wagner nelle note di regia – parla di amore, mascolinità tossica, ruoli di genere tradizionali e coming out, paura e amicizia, ma soprattutto di un uomo che teme di esprimere la sua vera identità, che può trovare la felicità soltanto se lascia dietro di sé un’idea obsoleta di virilità».

UN RUOLO di primo piano lo riveste la caserma, che è la vera «casa» di Eismayer, l’ambiente dove può mettere in campo il suo ruolo di potere fino ad abusarne, venendo condannato dai suoi superiori per i suoi metodi violenti, sia verbali sia fisici. Fin quando tutto cambierà. La caserma è il set principale, viene indagata nei suoi spazi dall’occhio rigoroso di Wagner e del direttore della fotografia Serafin Spitzer.
«La struttura visiva del film è stata fortemente influenzata dagli scenari in cui abbiamo filmato – racconta Wagner – Eismayer è stato per lo più girato sul posto in ambienti militari. Di conseguenza, sapevamo che la precisione militare era una linea guida: filmare avrebbe richiesto attenzione rigorosa e frequenti ripetizioni. Volevamo rappresentare la vita interiore dei personaggi e catturare la realtà della vita quotidiana nell’esercito austriaco». Una sfida vinta egregiamente da un regista da seguire con attenzione.

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