La scorsa settimana, la notizia della morte a novantadue anni di Eileen Ford è stata relegata per lo più nelle brevi. Pochi le hanno dedicato articoli celebrativi come inventrice delle top model. Eppure, la Ford è stata una delle maggiori responsabili del sistema che domina ancora sia il reclutamento delle modelle sia il loro utilizzo (o dovrei dire sfruttamento?) nella moda.
Nata nel 1922 a New York in una famiglia agiata, Eileen Ford ha cominciato a fare la modella prima di sposare il calciatore Gerad Ford. Nel 1946, con il marito tornato dalla guerra, apre la Ford Model Agency e da allora diventa una specie di cacciatrice di donne alte e bionde di cui diventa una carceriera aguzzina sotto le sembianze di una fatina che le cura: mette loro i cerotti ai piedi, glieli lava dopo una lunga sessione fotografica (così riportavano all’epoca le gesta eroiche di Eileen sia l’intellettuale Life sia il popolare People).
In poco tempo diventa famosissima perché la sua intuizione non è tanto quella di aprire un’agenzia per fornire le modelle, ma di inventare un sistema che influenza dapprima la visione estetica della donna e poi tutto il business che ruota attorno al corpo e alla personalità femminile che diventa immagine: «Creo un aspetto, creo uno stile», diceva. Per prima cosa, elimina la concorrenza di Hollywood: non più attrici nelle pubblicità ma solo le sue modelle. Caso mai, come è successo poi con Jane Fonda, Candice Bergen, Lauren Hutton, Kim Basinger, Sharon Stone, Melanie Griffith (altre sue scoperte furono Jean Shimpton, Jerry Hall, Christy Turlington, Cindy Crawford, Linda Evangelista, Naomi Campbell) sono le sue ragazze che dopo la passerella arrivano a Hollywood. Vuole solo ragazze alte e bionde, mai sotto il metro e 68 centimetri. È severa e arrogante con chi non ha i suoi requisiti: «Non sei fatta per fare la modella, trovati un marito che ti mantenga», diceva davanti a tutti, così che il suo terrore potesse regnare e diventare una leggenda -l’episodio mi è stato riferito, molti anni dopo, da Lauren Hutton, incontrata in una pausa sigaretta sul marciapiede di un ristorante di New York. L’attrice disse che due persone le avevano rovinato la vita: Eileen Ford e Paul Schrader, cioè la moda e American Gigolo.
Contro l’eroina «che inventò le top model» si sentì anche qualche vagito di Brooke Shields, che a 8 anni fu messa sotto contratto dalla Ford e poi lanciata al cinema, e che in un momento di crisi attribuiva proprio a quel contratto i suoi malesseri. Ma la Ford è sempre uscita indenne da tutto e né il femminismo né la concorrenza è riuscita a sfiorarla. Nel 1966, la sua agenzia aveva una scuderia di oltre 250 modelle e modelli e fatturava, riporta Life in quell’anno, centomila dollari la settimana. Quando nel 1972 John Casablancas apre la Elite Model Management non può fare altro che seguire il suo modello e rubarle qualche modella. Si suppone che ci abbia lasciato raggiante: nulla è cambiato in quel sistema un po’ perverso inventato da lei.
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