Torna la tensione alle stelle in Egitto, in un periodo dell’anno più che rovente, perché si susseguono due anniversari cruciali per i movimenti rivoluzionari, azzerati dal golpe militare: le manifestazioni di via Mohammed Mahmud che segnarono l’abbandono della piazza da parte dei Fratelli musulmani nel 2011; e gli scontri di Heliopolis, a pochi giorni dal decreto che estendeva i poteri dell’ex presidente Mohammed Morsi, nel 2012. Ieri a scendere in piazza (Il Cairo nella foto reuters) sono stati i gruppi minoritari della galassia salafita, tra cui le gamaat al-islamyya, che hanno deciso di sostenere i Fratelli musulmani e non l’esercito, come ha fatto il maggior partito egiziano radicale (al-Nour).

La richiesta dei movimenti era per il ritorno dei giovani islamisti in piazza per la difesa della legge islamica. In realtà  le manifestazioni islamiste si sono susseguite a bassissima intensità  dopo il colpo di stato del 3 luglio 2013 anche per la violenta repressione che ha subìto la Fratellanza da quel giorno, con la chiusura di molte delle sue attività  sociali e opere caritatevoli fino alla condanna a morte di centinaia dei suoi leader.

Quattro sono i morti nelle manifestazioni di ieri. Due islamisti sono stati uccisi alle porte della moschea di Matareya dove si svolgeva una protesta della Fratellanza. Due soldati sono stati uccisi lungo via Gesr al-Suez, a est del Cairo. Per quello che riguarda le forze dell’ordine, altri due poliziotti sono stati feriti nella città  di Qalioubeya, tre ufficiali della polizia e uno della marina sono stati feriti ad Alessandria d’Egitto da colpi d’arma da fuoco che hanno preso di mira un convoglio militare.

Proteste si sono svolte anche nella regione di Sharqeya, a Zagazig, roccaforte degli islamisti. Almeno 200 sostenitori di Morsi sono stati arrestati nella giornata di ieri, mentre i simboli delle rivolte del 2011, inclusa piazza Tahrir, erano completamente blindanti.

Ma negli ultimi giorni il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi è stato concentrato soprattutto nel fare affari con gli europei. Si è conclusa giovedì la sua visita a Roma e Parigi.

In Italia, Sisi ha siglato una serie rilevante di accordi commerciali bilaterali. I contratti sottoscritti raggiungono i 500 milioni di dollari e prevedono nuovi investimenti italiani nell’economia egiziana. Il ministro degli Investimenti, Ashraf Salman ha parlato in particolare di un contratto con Italcementi, già  ampiamente presente sul territorio egiziano, per progetti del valore di 150 milioni in innovazione nel settore energetico e 45 milioni per la costruzione di una fabbrica di pannelli solari. Lo scopo è di produrre 8 mila MW da fonti rinnovabili.

A Parigi, i due governi hanno sottoscritto tre contratti bilaterali di cooperazione per un valore di 796 milioni di euro. Le commesse prevedono lavori di estensione della metro del Cairo, mentre vale 70 milioni di euro in gas naturale l’accordo con l’Agenzia francese per lo sviluppo (Afd). Infine, l’unico segnale che negli ultimi mesi aveva fatto ben sperare, il processo contro un medico che aveva operato una mutilazione genitale femminile su una bambina che poi è deceduta, è finito con la sua assoluzione.