L’Egitto è un paese militarizzato. Lo dimostra una volta ancora il gravissimo attacco che ha subìto un gruppo di turisti messicani, diretti a ovest nella magnifica Oasi di Bahariya nella zona di al-Wahat. Dodici morti tra cui sette turisti messicani, 5 guide egiziane e 10 feriti, tra cui un cittadino Usa e due ufficiali dell’esercito egiziano.

«Siamo stati attaccati da elicotteri», hanno raccontato alcuni dei feriti. Il presidente messicano Enrique Peña Nieto ha condannato gli attacchi e ha chiesto di avviare indagini sul caso. L’attacco ha avuto luogo in una zona proibita al passaggio di mezzi civili.

L’Is aveva annunciato nei giorni scorsi di aver esteso il suo controllo, attraverso la Cirenaica, al poroso deserto occidentale egiziano dove continua indisturbato il traffico di armi verso la Libia.

Proprio ieri, otto jihadisti, sedicenti Isis, hanno decapitato un egiziano in questa regione. I media egiziani, hanno riferito anche di una sparatoria nella quale sarebbero rimasti uccisi sette jihadisti che erano fuggiti da Derna.

In seguito al grave attacco, il ministero del Turismo ha fatto sapere che qualsiasi visita a Bahariya e Farafra, deve essere preceduto da un permesso speciale delle autorità.

L’Egitto attraversa una nuova fase di instabilità in vista del voto dell’ottobre prossimo. Il premier ad interim, Ibrahim Mahleb, dopo quasi due anni al potere, ha rassegnato le sue dimissioni in seguito alle accuse di corruzione mosse al ministro dell’Agricoltura uscente, Salah Helal. Il ministro del Petrolio uscente, Sharif Ismail, ha ricevuto l’incarico dal presidente Abdel Fattah el-Sisi di formare un nuovo governo.