In via ufficiale non è una reazione all’attentato di venerdì contro un autobus di turisti al Cairo, in cui sono morti tre vietnamiti e la loro guida. Ma è opinione diffusa in Egitto che il raìs Abdel Fattah el Sisi e le sue forze di sicurezza abbiano deciso di mettere in atto proprio ieri una delle operazioni più sanguinose contro le organizzazioni jihadiste, vere e presunte, legate all’Isis per dare un segnale inequivocabile della determinazione, a dir poco, del governo. Le forze armate hanno ucciso 40 sospetti “terroristi” in tre punti diversi del paese: nella penisola del Sinai, alle porte del Cairo e nella provincia di Giza. Trenta degli uccisi, secondo il comunicato ufficiale, pianificavano attacchi contro istituzioni dello Stato, polizia e forze armate, e contro obiettivi del settore turistico e luoghi di culto cristiani. La polizia ha detto di aver trovato armi, munizioni e ordigni esplosivi. I raid sono avvenuti in piena notte. Il ministero dell’interno ha anche pubblicato una serie di immagini che mostrano i corpi dei militanti uccisi nelle incursioni, con accanto pistole e mitra.

Quello di venerdì è stato il primo attentato contro turisti stranieri da oltre un anno. Nel luglio 2017, tre stranieri sono stati uccisi a coltellate a Hurghada. Due anni prima l’Isis aveva rivendicato l’attentato che fece precipitare l’aereo con a bordo 224 turisti russi, sul Sinai, poco dopo il decollo da Sharm el-Sheikh. La grave instabilità dell’Egitto, seguita alla rivolta del 2011 contro il presidente Hosni Mubarak, ha colpito duramente il settore turistico. Negli ultimi mesi c’è stata una ripresa con 8,2 milioni di visitatori nel 2017, con introiti pari all’11 per cento del Pil. Ma il paese resta lontano dai 14,7 milioni di turisti del 2010. A contribuire al clima di incertezza sono state anche le bombe contro le chiese copte che hanno segnato profondamente la minoranza cristiana in Egitto.

Le indagini intanto hanno accertato che venerdì l’ordigno esplosivo, di fabbricazione artigianale, è stato poggiato accanto a un muro sulla strada di Al Marriotiya, nel distretto di Haram, dove ci sono le piramidi, ed è esploso al passaggio bus. L’attacco non è stato ancora rivendicato e le autorità non lo hanno attribuito a nessun gruppo armato ma da più parti di parla del coinvolgimento della formazione jihadista locale affiliata allo Stato islamico contro il quale da anni l’esercito è impegnato in combattimenti, in particolare nella Penisola del Sinai.