«Chi non corre, vola», dicono gli spagnoli. E la Pfizer vola. Dopo aver annunciato dieci giorni fa che il suo vaccino era efficace al 90%, ieri la compagnia statunitense, che lavora con la tedesca BioNTech, ha rilanciato ed ha parlato, in un nuovo comunicato stampa, di un’efficacia del 95%. Il tutto due giorni dopo che la sua principale competitor, la statunitense Moderna, annunciasse, sempre preliminarmente, che i risultati del suo vaccino erano efficaci nel 94,5% dei casi. E Pfizer non solo rilancia, ma alza la posta: «Siamo vicini a chiedere alla Fda l’autorizzazione per l’uso emergenziale del vaccino», ha detto Albert Bourla, amministratore delegato dell’azienda. Cioè a chiedere all’ente di controllo statunitense di autorizzare l’uso del vaccino anche senza aver completato il trial clinico. Ma per fare questo, dovranno apportare dati solidi che ne garantiscano la sicurezza.

La Fda, da parte sua, ha chiesto a un gruppo di consulenti di riservare tre giorni dei primi di dicembre (tra l’8 e il 10) per valutare i due vaccini, entrambi basati sulla stessa innovativa tecnologia: l’Rna messaggero. Gli scienziati hanno preparato un mRna capace di codificare una proteina superficiale del virus, che serve per allenare il sistema immunitario a riconoscerla e quindi essere in grado di bloccare il virus una volta che l’organismo ci entra in contatto. E, sostiene Pfizer, funziona: dei 44 mila volontari arruolati per il trial, si sono registrati 170 casi di Covid-19, 162 dei quali nei volontari che, aleatoriamente, hanno ricevuto il placebo invece del vaccino. Appunto, un’efficacia del 95%, e per giunta anche sul gruppo di volontari più anziani, che sono i pazienti chiave di questa malattia. E in più, dei dieci casi gravi, 9 erano nel gruppo placebo. Se venissero confermati – ricordiamo che i dati non sono stati ancora pubblicati – sarebbero dati obiettivamente incoraggianti.

Dieci giorni fa, i casi analizzati di Covid-19 fra i volontari erano stati 94, il 90% dei quali fra quelli che avevano ricevuto il placebo (di qui la differenza con i dati di ieri). Questa protezione si raggiunge a 28 giorni dalla prima vaccinazione (che viene somministrata in due dosi). Al 13 novembre, dei 43.661 volontari, 41.135 avrebbero già ricevuto le due dosi. Il tutto ottenuto con una tecnologia che finora non era mai stata utilizzata e che potrebbe aprire nuove strade per altre malattie. L’altro aspetto positivo è che gli effetti collaterali finora sono stati pochissimi, secondo la compagnia: solo un 2% di volontari denunciano stanchezza o mal di testa.

Per ottenere l’ok all’uso emergenziale del vaccino, la Fda esige che debbano essere passati almeno due mesi dopo che almeno la metà dei volontari abbia ricevuto la seconda dose del vaccino, e che continuino a mostrare immunità senza effetti collaterali importanti (in questo caso, sono circa 19 mila i volontari in questa condizione).

È evidente che la notizia ha suscitato entusiasmo – e ha portato a guadagni in borsa enormi per le due farmaceutiche. Ma nel migliore dei casi, è bene ricordarlo, anche dopo essere stati autorizzati i vaccini tarderanno a raggiungere tutti: Pfizer si è impegnata a produrre 50 milioni di dosi quest’anno, e più di un miliardo nel 2021; Moderna, dice che ne riuscirà a produrre 20 milioni nel 2020 e mezzo miliardo l’anno prossimo.