Tenendolo fra pollice e indice lo fai oscillare. E così facendo, al volto di Cristo cui ci ha abituati l’iconografia religiosa si sovrappone il volto di Cristo impresso sulla tela della Sindone. Il gioco avviene nel piccolo rettangolo di un magnete, senza dubbio il gadget di maggior successo degli ultimi vent’anni, decorazione da frigorifero di ogni cucina italiana. La ragazza della tabaccheria dove il magnete è esposto in bella vista sorride dietro il bancone «Ci stiamo preparando. Ormai l’Ostensione è vicina». A modo suo, il magnete è un piccolo segnale di quello che da domani, 19 aprile, per sessantasette giorni, sarà l’evento con la maiuscola a Torino.

Dopo cinque anni, il rito dell’Ostensione della Sindone tornerà a ripetersi, portando file chilometriche di pellegrini italiani, europei, planetari. Un milione sono già prenotati, in leggero calo rispetto al 2010, che aveva chiuso con un bilancio di oltre due. Ma c’è chi, per il 2015, azzarda un milione in più, contando sull’ «Effetto Francesco» e sulla visita papale, il 21 e 22 giugno. Tre milioni di visitatori contro i venti ipotizzati per l’Expo di Milano. Una bella differenza. Però a Torino la struttura espositiva è una sola, il Duomo, pronta all’uso. Una sola la passerella coperta, 850 metri, che porta alla Sindone. Finito tutto, la rimuovi. Niente azzimati steward, avvenenti hostess, Ospiti Illustri ben pagati, pranzi e cene di rappresentanza. Solo volontari, oltre 4500, che prestano gratuitamente il loro lavoro; solo frugali colazioni e pasti, al sacco o davanti a lunghe tavole comuni; solo camerate, camere spartane, strutture da campeggio, per trascorrere la notte. Insomma: profilo basso e costi irrisori. Il carattere dell’Ostensione sembra riflettere quello atavico dei torinesi, gente poco propensa a dare spettacolo, refrattaria a far parlare di sé, cortese quanto è giusto esserlo. E al medesimo tempo armata di una concretezza un po’nascosta come il magnete nella tabaccheria. Passando davanti a una chiesa nelle ultime due domeniche, le chiacchiere dei parrocchiani all’uscita dalla messa erano le stesse di sempre; identica cosa avveniva il lunedì nei bar, tra risultati di calcio e soprattutto problemi di lavoro.

Aveva suscitato maggior clamore, di autorità e di popolo, il primo di aprile, l’apertura del nuovo Museo Egizio; oppure l’inaugurazione del grattacielo di Intesa San Paolo e Renzo Piano, 166 metri, uno in meno della Mole, cinquecento milioni di spesa, tutto esaurito per le visite aperte al pubblico, gente in coda per ore. Veniva persino il dubbio che il potere temporale avesse prevalso su quello spirituale. Unici indizi che la macchina organizzativa dell’Ostensione si stava muovendo da tempo, erano gli avvisi della GTT, l’azienda dei trasporti pubblici, sui cambi di tragitto di autobus e tram; le chiusure al traffico dei corsi e delle vie che saranno isole pedonali per i pellegrini e sosta provvisoria per i torpedoni del turismo religioso; i caschi gialli sulle teste degli operai, via via più numerosi nell’area dei Giardini Reali o sulla piazza del Duomo. Quanto all’ufficialità nazionale, un solo momento: la conferenza nella sala stampa del Vaticano, trasmessa il 25 marzo sul web dall’emittente televisiva del Cupolone. Tra i partecipanti, i principali piloti della macchina organizzativa, quelli cui ti devi rivolgere se vuoi capire e raccontare cosa sta accadendo e cosa accadrà.

Si chiama sindone punto org ed è il Sito ufficiale della Santa Sindone. In alto a sinistra della home page campeggiano il logo e la frase «L’amore più grande» presa a prestito dal Vangelo di Giovanni per ricordare, con l’occasione, i due secoli della nascita di San Giovanni Bosco, fondatore della congregazione dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Marco Bonatti, dal 1978, è direttore della comunicazione per l’Ostensione. Lo affianca Mauro Gentile, distaccato dall’ufficio stampa del Comune, in un gioco di sinergie, si usa dire così, tra istituzioni laiche e istituzioni religiose. Scorrendo i nomi dell’Assemblea del Comitato Organizzatore, compaiono infatti, accanto all’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia che la presiede, e a don Enrico Stasi ispettore dei Salesiani, il sindaco Piero Fassino e il presidente della Regione Sergio Chiamparino. In cima alla lista del Consiglio, il presidente Elide Tisi, vicesindaco, seguita dal vicepresidente don Roberto Gottardo. Gli altri nomi si distribuiscono tra Pastorale, Salesiani, Enti Locali, rappresentanti di Fondazioni e di sponsor privati. La ZTL torinese, con divieto di ingresso nel centro prima delle dieci e mezza, disegna un’enorme, provvisoria, isola pedonale. E il tragitto fino all’ufficio di Bonatti, a due passi dal Duomo, diventa una tranquilla passeggiata. «Sindone punto org è un meccanismo a tempo molto complesso, che coinvolge soggetti diversi. Tra i suoi meccanismi ha la prenotazione on line della visita, passata dal dieci per cento del ’98 al novanta. Tutte le notizie del Comitato convergono qui e da qui escono. Tutto quello che c’è da sapere in tema è sul sito. La novità è rappresentata dalla presenza dei social network». Istituzioni laiche e religiose insieme. Una necessità o un fatto politico, se così possiamo chiamarlo? «Nel 1978 l’Ostensione venne organizzata dalla Chiesa, chiedendo soltanto i vari permessi necessari. Il coinvolgimento della città e della giunta comunale fu notevole, e l’assessore alla cultura Giorgio Balmas organizzò in contemporanea la prima edizione della rassegna Settembre Musica, con concerti nelle chiese e nelle piazze. Vent’anni dopo, intorno a questa idea di condivisione, di lavoro in parallelo, l’Ostensione passò a un Comitato composto da comune, provincia, regione e Arcidiocesi. Si era capito che l’evento rappresentava un’opportunità per accendere un faro su Torino».

Un faro che oggi si riaccende forse un po’troppo presto rispetto al 2010 «La commissione Diocesana per la Sindone, cioè gli esperti cui fa riferimento l’arcivescovo, aveva raccomandato, guardando al ricambio generazionale, che l’Ostensione avvenisse ogni dieci anni. La decisione di riproporla nel 2015 coincide con la ricorrenza della nascita di Don Bosco e con le richieste della città stessa. Il rischio di un’affluenza minore esiste, ma potrebbe venir controbilanciato dall’Expo di Milano e dal fatto che, oggi, che Roma/Torino e viceversa si fa in una giornata». Che tipo di pubblico vi aspettate? «Il milione di pellegrini fino ad adesso ‘sicuri’ si sono organizzati per tempo, conoscono la Sindone, sono motivati. Appartengono, in netta maggioranza, alle parrocchie, nel corso dell’anno fanno tre pellegrinaggi: Lourdes, Fatima, San Giovanni Rotondo, Roma… Verranno a Torino su undicimila autobus. Poi c’è il pubblico che all’Ostensione aggiunge la visita alla Reggia di Venaria e al Museo Egizio. È una seconda tipologia fatta di persone amanti della cultura, cui piace viaggiare e scoprire una città. Sono persone che gestiscono in proprio una vacanza. Infine i turisti religiosi dall’Estero, a prevalenza europea, l’otto/dieci per cento del totale. Al momento sono in testa i polacchi».

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Questo nuovo papa, senza peli sulla lingua, schierato su posizioni prima impensabili per la Chiesa, modificherà l’identikit dei partecipanti all’Ostensione, ne accrescerà il numero? «Soprattutto per i cattolici di base, c’è il papa e basta. Una figura di continuità e di senso del magistero. Può essere più simpatico, è il caso di Francesco, che usa un linguaggio capace di scavalcare le barriere perfino meglio di Wojtyla. Non sono però così convinto che Bergoglio porterà un incremento significativo di persone. Quando venne Benedetto XVI, via Po, piazza Castello e piazza Vittorio erano strapiene».

Uno dei punti più nascosti della vecchia Torino è la trama di vie che, negli anni ’60 del secolo scorso, ospitavano i migranti dal Sud verso la Fiat. Al numero 10 di via Corte d’Appello ha il suo ufficio il vicesindaco Elide Tisi, incarico supplementare assessore con deleghe alle Politiche Sociali e alla Casa. La signora Tisi legge la risposta della città all’Ostensione prima di tutto in termini di volontariato «Torino possiede un senso della comunità ancora molto forte. Quando ci sono eventi che interpellano il mondo laico e religioso, questa caratteristica diventa una sorta di saldatura. In cui i volontari giocano un ruolo molto importante. Tra di loro, ci tengo a sottolinearlo, rientrano le cooperative sociali, che avviano al lavoro le persone svantaggiate. Saranno anche loro tra i volontari, saranno anche loro fornitori di servizi. Saranno soprattutto partecipi di un grande momento collettivo. Inoltre, il bookshop (in piazza Castello all’angolo con via Palazzo di Città, ndr) avrà una sezione dedicata alle produzioni dei centri per disabili». Tisi torna a indossare i panni del vicesindaco augurandosi che la Sindone funzioni da passepartout per aprire le porte del turismo. La città sta registrando una crescita costante di visitatori nell’arco di tutto l’anno. In questo caso, l’obbiettivo è andare oltre il mordi e fuggi che, per quanto motivato da religiosi intenti, non porterebbe significativi vantaggi economici.

Attorno all’Ostensione sono stati organizzati una serie di appuntamenti culturali (vedi box nelle pagine), ad esempio la possibilità di ammirare la Deposizione del Beato Angelico, in prestito dal Museo San Marco di Firenze. L’archivio fotografico dell’Ostensione 2010 restituisce immagini soprattutto di anziani: baldi vecchietti, signore andate dalla pettinatrice per l’occasione, alpini attempati, amici dai capelli bianchi che hanno lasciato il tavolo dello scopone o della briscola al circolo, gruppi di parrocchiani con le facce sane di chi vive in campagna. Ma se l’obbiettivo della macchina si sposta, ecco comparire i giovani e i giovanissimi. Per loro, il viaggio non sarà propriamente un on the road all’americana. Comunione (nel senso dello stare insieme, di incontrarsi) non bacerà in rima trasgressione, il ballo non sarà sballo, il sonno inizierà presto e la sveglia lo interromperà di buon mattino. Ma costituirà pur sempre una piccola avventura. I giovani e giovanissimi rappresentano la linfa vitale della Chiesa cattolica. Basti ricordare la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), nata nel 1985, durante il pontificato di Karol Wojtyla, che l’anno prossimo si svolgerà a Cracovia. Come si è attrezzata Torino per accoglierli?

Quando giri la domanda a don Luca Ramello, direttore dell’Ufficio di Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi di Torino, ricevi in cambio un ruolino di marcia faticoso solo a pensarci. Il don ha bella presenza, fare spigliato, voce squillante. Suoi prolungamenti tecnologici sono lo smartphone e l’ipad. Ramello è il responsabile del progetto di accoglienza Turin For Young, frutto della collaborazione con la Pastorale Giovanile dei Salesiani. I soliti e lodevoli volontari, da mesi stanno tessendo la trama dell’ospitalità, che don Luca chiama ‘in stile GMG’ «Oltre il novanta per cento dei ragazzi dormirà negli oratori, sacco a pelo e materassino, oppure all’interno di strutture quali l’Arsenale della Pace. Dal 24 aprile si aggiungerà il Villaggio Sindone di viale Thovez, con tende della protezione civile e un massimo di centoventi ospiti». Non di solo sonno vive il giovane. Al vitto, dunque, provvederanno i ticket restaurant compresi nel kit del pellegrino. Il kit più costoso, 50 euro, valido tre giorni, trova posto in un sacchetto di tela e comprende i buoni per ospitalità e accoglienza, visite guidate; la travel card utilizzabile sui mezzi pubblici, la Guida del pellegrino, berretto e t – shirt. Nei giorni di maggior affluenza scatteranno le convenzioni con gli istituti religiosi e si aprirà la scatola del packet lunch. TFY, poi, punta a creare relazioni di amicizia tra i coetanei che arrivano qui, li accompagnerà nei punti chiave della città sotto il profilo religioso, dalla Sindone ai luoghi di Don Bosco, senza dimenticare i musei. E un po’ di spensierato divertimento? Niente paura, TFY ci ha pensato. Don Luca, in sintesi «Tra il 24 e il 25 di aprile si svolgerà La notte bianca della fede, al Parco Dora, che coinvolgerà circa tremila ragazzi dell’Arcidiocesi di Milano. Dal Parco si raggiungeranno a piedi (bella sfacchinata, ndr) i luoghi degli itinerari diurni. Per chiudere, la venerazione notturna della Sindone.

L’happening degli oratori e dei giovani si aprirà il 19 giugno con una messa alla chiesa della Consolata, seguita dall’arrivo di una delegazione polacca con la croce ufficiale della GMG. Alle 20 e 30, processione sempre dalla Consolata, poi festa e musica in piazza San Carlo, il salotto torinese. Il 20 altro happening al Parco Dora, dalle 18. Momento centrale la veglia di preghiera con Nosiglia e i vescovi del Piemonte». E dopo tutti a nanna, sotto un cielo che si spera stellato. Il mattino del 21 l’appuntamento è in piazza Vittorio, con il papa. I pellegrini di TFY avranno un pass per accedere all’apposito settore giovani. Spettatori soltanto, però ci saranno. Ci saranno i giovani di sana e robusta fede che la televisione ritrae felici e osannanti in piazza San Pietro, sotto la finestra del papa. Sono i Papa Boys: quattromila in Italia, assai di più in alcuni Paesi del Centro e Sud America. Papà dei PB è Daniele Vicari, quarantenne toscano, ex autore e conduttore di Radio 2.

Perché soltanto spettatori all’Ostensione? «Il nostro naturale contesto sarà la GMG di Cracovia, nel 2016. Ed è a questo appuntamento che ci stiamo preparando. A Torino i Papa Boys arriveranno in forma privata, assistiti dall’associazione. La loro presenza operativa, invece, riguarderà il volontariato. Collaborare, aiutare, è alla base di tutto ciò che noi, nel nostro piccolo e senza aiuti economici esterni, facciamo ogni giorno in tante realtà, dai poveri alle carceri». Martedì 14 aprile, meno quattro al grande giorno. Torni nella tabaccheria e noti che mancano sei magneti dall’espositore. Ti verrebbe da chiedere se a comprarli sono stati previdenti pellegrini o laici cultori del gadget. Quesito inutile. Nessuno riuscirà mai a definire con esattezza il confine tra sacro e profano. Vale, forse, anche a proposito della Sindone.