Si parlava di pensioni nella legge di Bilancio e non di riforma della Fornero alla fine di Quota 100. Le notizie uscite dal tavolo tra governo e sindacati sono però parzialmente positive. Il ministro Nunzia Catalfo ha iniziato rassicurando sul rischio taglio delle pensioni dovuto al calo del Pil – il montante di ogni pensione è legato all’andamento del prodotto interno lordo – che sarà sterilizzato con una norma ad hoc, lasciando invariati gli importi degli assegni nei prossimi anni. Accanto al blocco dell’effetto Covid ci sarà anche la già annunciata proroga di opzione donna – la possibilità di andare in pensione con 35 anni di contributi a 58 anni con il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno per le donne – e dell’Ape social – l’anticipo pensionistico per i lavori usuranti – mentre ancora si lavora all’estensione della possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi per i lavoratori precoci e i soggetti fragili, chiesta a gran voce dai sindacati. Per definire la misura, e il relativo stanziamento, però, si starebbe ancora analizzando la potenziale platea – dovrebbero essere compresi i pazienti cardiologici, diabetici e immunodepressi ma va chiarito quale deve essere la situazione sanitaria per l’accesso a questa categoria. Per rilanciare il mercato del lavoro Catalfo conferma poi l’intenzione di introdurre una «staffetta generazionale», lavorando sull’isopensione: i lavoratori vicini alla pensione passerebbero a part time o andrebbero in Naspi allungata in cambio di assunzioni di giovani con sgravi contributivi per le imprese.
Parla di «disponibilità importanti, ma non sufficienti, da parte del governo», il segreario confederale della Cgil Roberto Ghiselli. «Apprezziamo l’impegno a proseguire il confronto, a partire dall’appuntamento in sede tecnica e la conferma di un incontro tra qualche settimana per discutere della riforma complessiva del sistema. Bene la proroga di un anno di Opzione donna e Ape sociale, con l’allargamento della platea di quest’ultima a chi non percepisce la Naspi, così come la risoluzione dell’annoso problema della piena copertura previdenziale per il part time verticale, che spesso riguarda lavoratrici donne. Positivi, ma non sufficienti – sottolinea – gli impegni all’abbassamento della soglia attualmente prevista da 1000 a 500 dipendenti per il contratto di espansione (prepensionamento in cambio di assunzioni di giovani, ndr) e a mantenere fino a 7 anni l’isopensione, valutando la possibilità di introdurre la Naspi per il primo periodo di uscita».
Altra richiesta di Cgil Cisl Uil raccolta dal governo, l’inserimento nell’Ape sociale e per i precoci della categoria di lavoratori fragili, anche se va ancora definita con precisione la casistica. «Non abbiamo invece ricevuto risposte – sottolinea il dirigente sindacale – su altre due nostre rivendicazioni, ovvero la risoluzione definitiva della questione esodati e l’estensione della 14esima ai titolari di pensione inferiore ai 1500 euro». Per Cisl e Uil «incontro positivo ma rimangono temi aperti a partire dall’allargamento della 14esima».