«Bisogna garantire alle imprese editoriali di non soccombere proprio nell’ultima fase dell’epidemia. Nell’ultimo anno quasi tutte le testate hanno registrato perdite anche pesanti per il calo della pubblicità e la flessione nella distribuzione». Il sottosegretario all’editoria Giuseppe Moles, di Forza Italia, si è presentato ieri in commissione cultura alla camera. Non ancora a esporre le sue linee programmatiche, ma a parlare di quello che intende proporre nel Recovery plan che però, vista la portata, sarà gran parte dell’impegno per il resto della legislatura. La pandemia, ha detto Moles, ha reso più evidente quanto sia importante per i cittadini «un’informazione di qualità, autorevole, chiara e affidabile». Aggiungendo che a suo giudizio il governo «non può prescindere dallo stanziare risorse per l’intero sistema dell’editoria e della comunicazione».

Tra le misure annunciate – e non entrate nel decreto sostegno, approvato venerdì dal Consiglio dei ministri e firmato ieri sera dal presidente della Repubblica – il rinnovo del credito di imposta per gli investimenti per la transizione al digitale e per la formazione del personale. Moles ha promesso che già nel prossimo intervento di sostegno «mi auguro ad inizio aprile, arriveranno nuovi aiuti alle imprese che interesseranno anche e soprattutto il settore editoriale». Incalzato sulla crisi dell’Inpgi dall’ex M5S ed ex direttore di SkyTg24 Emilio Carelli, che ha chiesto di prevedere nel Pnrr il salvataggio dell’ente previdenziale dei giornalisti, il sottosegretario ha però ricordato che la competenza è del ministro del lavoro Orlando.

Tutti gli interventi dei deputati hanno richiamato l’esigenza di interventi decisi a protezione del settore e dei suoi lavoratori. Anche la presidente 5 Stelle della commissione cultura, Vittoria Casa, ha detto che in questo momento di crisi per l’editoria «il sostegno pubblico è l’unica e ultima ancora di sopravvivenza». Secondo Casa «scongiurare la perdita di posti di lavoro e la chiusura di molte aziende editoriali è indispensabile non solo per ragioni di equità, ma anche per non impoverire il dibattito pubblico». Tema sul quale è tornata un’altra deputata 5S, Alessandra Carbonaro, secondo la quale il dipartimento editoria dovrà lavorare insieme ai ministeri dell’istruzione e dei beni culturali per «l’educazione dei giovani all’uso consapevole dei media». A partire dal Pnrr «è compito delle istituzioni culturali fornire ai nativi digitali le competenze per comprendere ed elaborare le informazioni».

Il deputato di Fratelli d’Italia Federico Mollicone ha invece chiesto di introdurre anche in Italia, come in Australia, «un meccanismo di negoziazione obbligatoria fra editori e grandi piattaforme», leggi Fb e Google. Al termine dell’audizione, il deputato Pd Paolo Lattanzio si è detto soddisfatto che il sottosegretario Moles abbia potuto «rendersi conto che se vuole fare proposte coraggiose troverà un’ampia copertura parlamentare, persino più ampia della maggioranza di governo». Come aveva del resto dimostrato l’appello sottoscritto da tutti i gruppi che il 9 marzo scorso aveva invitato Moles a intervenire per salvaguardare i posti di lavoro a rischio nell’editoria. Un appello che, ha detto ieri il sottosegretario, «mi ha fatto molto piacere».