Settimana aperta della Pubblica amministrazione anche al Dipartimento Editoria presso la presidenza del consiglio guidato da Vito Crimi.

Aperta sì ma non per tutti.

A parte l’Ansa, nei cinque giorni di dibattito e confronto con cittadini e addetti ai lavori, tra le «18mila testate presenti nel nostro paese» (Crimi dixit) lo staff del sottosegretario pentastellato ha trovato modo di invitare  – vedi il programma – soltanto 2 (due) imprese specifiche: Google (sul diritto d’autore) e Fanpage (sul prodotto editoriale).

Accanto alle due società più «simpatiche» al MoVimento 5 Stelle, solo i rappresentanti imprenditoriali di Fieg (quotidiani), Uspi (periodici) e Fedoweb (editori digitali).

Porte chiuse, anzi sbarrate, a qualsiasi rappresentante dell’editoria cooperativa e non profit che pure è sostanzialmente l’unica di cui il Dipartimento di Crimi si occupa per legge (almeno fino al 2021).

Grande assente anche la Fnsi, che qualche idea sul prodotto giornalistico avrebbe potuto offrirla.

Crimi ha già deciso i «buoni» e i «cattivi» in vista degli stati generali dell’editoria convocati (pare) per il prossimo 25 marzo?