Si chiama Domani a dirigerlo è stato chiamato Stefano Feltri, da quanto se ne sa partirà leggero, con sole otto pagine, e ha l’ambizione di collocarsi politicamente a sinistra. A sinistra di cosa si vedrà con il tempo. Sicuramente di Repubblica, almeno nelle intenzioni di Carlo De Benedetti che ieri a Torino ha costituito la Editrice Domani Spa, la società che darà vita al nuovo quotidiano e della quale l’ingegnere, azionista unico, ha chiamato il senatore del Pd Luigi Zanda a ricoprire il ruolo di presidente. Per Zanda, che ieri si è dimesso da tesoriere del Pd, è quasi un ritorno di fiamma visto che in passato è stato per un decennio consigliere del gruppo Espresso.

Che qualcosa si stesse muovendo nel mondo dell’editoria si sapeva da tempo e del resto lo stesso De Benedetti, dopo lo scontro perso con i figli sulla proprietà di Repubblica, non ha mai fatto mistero dell’intenzione di tornare ai vertici di un quotidiano, operazione che ha subito un’accelerazione dopo il cambio di mano deciso dalla nuova proprietà Exor alla guida del quotidiano romano con la sostituzione di Carlo Verdelli con il direttore della Stampa Maurizio Molinari e il trasferimento a Torino di Massimo Giannini a dirigere il giornale che fu – e ora è di nuovo – della famiglia Agnelli. Il consiglio di amministrazione della Editrice Domani sarà composto da Giovanni Canetta, Federica Mariani, Virginia Ripa di Meana, Massimo Segre e Grazia Volo.

La novità più grande, semmai, riguarda la persona scelta da De Benedetti per dirigere il nuovo quotidiano. Bocconiano, 35 anni, ex vicedirettore del Fatto, per le posizioni assunte in passato su temi caldi come l’immigrazione e l’economia Stefano Feltri appare lontano dall’identikit dell’uomo destinato a trovare un posto per Domani nel frastagliato – e sempre agitato – arcipelago della sinistra italiana. Da qualche tempo Feltri si è trasferito negli Stati uniti alla University of Chicago – Booth School of Business dove lavora come senior editor del sito ProMarket.org. Secondo indiscrezioni sembra che, sebbene De Benedetti abbia più volte in passato cercato di portare via Feltri al Fatto, al suo nome l’ingegnere sia arrivato solo dopo aver ricevuto il rifiuto da parte di firme illustri di Repubblica come Ezio Mauro, lo stesso Carlo Verdelli e Gad Lerner, ma anche da parte dell’ex direttrice dell’Huffington Post Lucia Annunziata. Non sembra però escluso che in futuro qualcuno di questi nomi – ma nei giorni scorsi è circolato anche quello di Michela Serra – possa davvero lasciare il quotidiano di Eugenio Scalfari per avviare una nuova collaborazione con Feltri. Seguito magari da qualche redattore.