Per Eddie Bunker, nato il capodanno del ’33, e morto nel luglio del 2005, la prigione è il luogo dell’eterno ritorno, il buco nero che t’inghiotte e, nei rari casi in cui ti sputa fuori, ti lascia marchiato per sempre. Stimato autore di hard boiled barocchi e duri come il cemento dei pavimenti della cella di cui i piedi di Mad Dog/Willem Dafoe hanno nostalgia nel film di Schrader, Bunker arrivò in prigione, per la prima volta, quando era poco più che teenager, a forza di furtarelli e difughe dalle foster home e dagli orfanatrofi a cui i suoi genitori -una ballerina di Vancouver e un attrezzista teatrale d Los Angeles- lo avevano consegnato dopo il divorzio.

L’America delle Grande depressione teatro delle sue scorribande giovanili, Bunker finì temporaneamente a vivere in un accampamento di hobo a 400 miglia da Los Angeles e dopo un po’ di andirivieni tra riformatori, nel 1951, a diciassette anni, ebbe l’onore di diventare il carcerato più giovane che avesse mai varcato le porte di San Quentin. Incoraggiato alla scrittura da un vicino di cella – il condannato a morte Caryl Chessman, autore di Cell 2455 Death Row– Bunker cominciò a buttare giù degli appunti che sarebbero diventati No Beast So Fierce, il suo primo libro, scritto dalla prigione (dove era tornato per aver, tra le altre cose, rapinato una banca, orchestrato un racket di droga a San Francisco ed aver tentato il suicidio accusando la Chiesa cattolica di aver inserito una radio nel suo cervello).

Dustin Hoffman acquistò i diritti del libro, pubblicato nel 1973, e da cui venne tratto Straight Time (1978), diretto da Ulu Grosbard con Hoffman nei panni del carcerato.
Rilasciato nel 1975, Bunker ne cofirmò la sceneggiatura e ottenne una particina nel film, la prima di una serie di apparizioni cinematografiche che includono I cavalieri dalle lunghe ombre di Walter Hill, Runaway Train di Andrew Konchalovsly (di cui è anche co sceneggiatore), Tango & Cash, Animal Factory, (tratto dal suo romanzo omonimo) di Steve Buscemi, 13 Moons di Alexandre Rockewell, e la più famosa di tutte, quella in Le iene, di Quentin Tarantino.

Nel film, Bunker è Mr. Blue, battezzato in omaggio al suo romanzo autobiografico, Little Boy Blue, ambientato, come molti dei suoi libri, in carcere.
Accolto e protetto dai suoi fan hollywoodiani, dalla fine degli anni ’70, Bunker riuscì a mantenersi apparendo nei film o attraverso i suoi scritti, e a evitare la fine violenta di quasi tutti i suoi personaggi. Morirà di diabete a 71 anni. È ispirato a lui anche il personaggio interpretato da Jon Voight in Heat. La sua autobiografia, Education of a Felon, è del 2000.