Lenin Moreno vince e supera di oltre 11 punti il banchiere Guillermo Lasso, ma non passa al primo turno. Il 2 aprile, in Ecuador, ci sarà quindi il ballottaggio fra il candidato di Alianza Pais e quello delle destre, in corsa per l’alleanza Creo-Suma. Per vincere, Moreno avrebbe dovuto superare il 40%. Dopo un conteggio all’ultimo voto, si è però fermato al 39,5%, contro il 28,10% di Lasso, il 16,31% della social-cristiana Cynthia Viteri e il 6,71% dell’ex militare socialdemocratico Paco Moncayo, che ha riunito anche pezzi di estrema sinistra anti Rafael Correa.

«Batteremo le destre», ha detto il presidente uscente che ha annunciato di volersi prendere una lunga vacanza dalla politica insieme alla famiglia e di andare a vivere a Bruxelles – «ma se invece vincono – ha aggiunto – mi toccherà tornare». Correa ha denunciato la possibilità di frodi da parte dell’opposizione, richiamando uno schema già visto negli ultimi anni in America latina. Le destre hanno a loro volta accusato il governo di aver truccato i conteggi e circondato la sede del Consejo Nacional Electoral. Ora intendono far blocco per farla finita con la «rivoluzione cittadina», con i piani di sostegno rivolti ai settori popolari e con le alleanze sud-sud.

L’Ecuador – un paese ancora dollarizzato – ha lavorato negli anni scorsi all’istituzione del Sucre, una moneta alternativa per i paesi dell’Alleanza bolivariana per le Americhe (Alba), ha presieduto e ospitato organismi regionali come la Celac e la Unasur e innalzato, insieme a Cuba, Venezuela, Bolivia e Nicaragua, la bandiera dell’indipendenza nazionale dagli Usa, espellendo le basi militari e la Dea. All’ultimo vertice di Paesi non allineati, che si è tenuto all’isola Margarita (in Venezuela), l’Ecuador ha annunciato la campagna contro i paradisi fiscali, che ha poi portato all’Onu e che ha ricevuto anche il sostegno del papa.

Il referendum per impedire a tutti i funzionari pubblici di possedere beni illegali all’estero si è svolto in contemporanea alle elezioni (parlamentari e presidenziali) ed è passato con oltre il 50% dei Si. Un tema che, insieme alla denuncia contro le basi militari e l’entrata della Colombia nella Nato, che potrebbe interessare anche l’Ecuador in caso di vittoria delle destre, verrà portato nel dibattito verso il secondo turno.

In un paese provato dalla caduta del prezzo del petrolio, dal devastante terremoto, da una martellante propaganda mediatica e anche da scivolate e debolezze interne, la vittoria è tutt’altro che scontata. Le destre faranno di tutto. «Abbiamo ottenuto oltre un milione di voti in più dell’altro candidato, non permetteremo il ritorno al passato», ha detto Lenin Moreno.

Il suo programma prevede di aiutare le giovani coppie a ottenere una casa, abbassare l’Iva dal 14 al 12%, dare la pensione a chi ancora non ce l’ha e costruire 40 università di alto livello tecnologico. E continuare a garantire l’asilo al fondatore di Wikileaks Julian Assange, che Lasso promette di rimandare negli Usa «entro 30 giorni».