Un problema diventa emergenza se lo confermano i numeri. È questo il discrimine tra il reale e il percepito. I numeri del Rapporto Ecomafia ci dicono che la lotta all’illegalità ambientale deve diventare priorità della politica nazionale.

Non è così per il fenomeno delle migrazioni che riguardano il nostro paese perché i numeri dicono l’esatto opposto. Con buona pace di chi da mesi lancia proclami e mette in campo politiche disumane su questo fronte, facendolo sembrare l’unica priorità per l’Italia.

La fotografia scattata quest’anno col nostro Rapporto annuale sulla criminalità ambientale si presta a due chiavi di lettura.

Da una parte abbiamo la consacrazione definitiva della legge 68 sugli ecoreati che dal maggio 2015 ha finalmente introdotto i delitti ambientali nel Codice penale, dopo 21 anni di lavoro della nostra associazione.

Dall’altra emerge con altrettanta chiarezza che serve completare la rivoluzione messa in campo tre anni fa con la legge sugli ecoreati, prevedendo altri delitti da aggiungere a quelli di inquinamento, disastro ambientale e omessa bonifica, lavorare anche per contrastare il fenomeno dilagante e indisturbato dell’abusivismo edilizio.

Grazie alla legge sugli ecoreati nel 2017 c’è stato il record di arresti per crimini contro l’ambiente e il numero di indagini sui traffici illegali di rifiuti messi in campo da organizzazioni criminali ha subito un’impennata clamorosa.

La legge 68 del 2015 sta funzionando, e anche molto bene, e questo va sottolineato visto che abbiamo dovuto difenderla in più occasioni, addirittura ancor prima della sua approvazione definitiva.

Insomma avevamo ragione noi quando sostenevamo che con questa norma sarebbe finita la pacchia per gli inquinatori seriali.

I numeri delle forze di polizia, del ministero della Giustizia sulle attività di procure e tribunali e quelli del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente ce lo confermano.

Ora è arrivato il momento di approvare leggi contro i ladri di futuro.

Serve formare tutti i magistrati e le forze di polizia sulla legge sugli ecoreati ma servono anche alcuni aggiustamenti, come la rimozione della clausola di invarianza per la spesa pubblica (ridurre l’illegalità ambientale fa diminuire i costi della bonifiche e le spese sanitarie) o l’emanazione dei decreti attuativi della legge sulle Agenzie regionali protezione ambiente.

È fondamentale approvare i delitti contro fauna e flora protette, le agromafie e i trafficanti di beni culturali e reperti archoeologici.

Serve una svolta nella lotta all’abusivismo edilizio, tema orfano in politica, con una centralizzazione delle competenze allo Stato che attraverso le Prefetture dovrebbe fare le demolizioni che oggi pochi sindaci fanno, liberando dal ricatto elettorale.

Vanno infine istituite al più presto la Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e quella sull’uccisione della giornalista Ilaria Alpi e del cineoperatore Miran Hrovatin.

Sappiamo di poter contare sulla competenza del ministro dell’ambiente Sergio Costa e lavoreremo per la costruzione di maggioranze trasversali per approvare altre leggi ambientali di iniziativa parlamentare come è avvenuto nella scorsa legislatura.

La rivoluzione è iniziata ma va completata, per tutelare definitivamente l’ambiente, la salute delle persone e l’attività di tante aziende rispettose della legge.

Noi anche stavolta non faremo mancare il nostro contributo in tal senso.

* L’autore è il Presidente nazionale di Legambiente