Aristotele usava il termine oikonomia, economia, per intendere l’arte di vivere. La parola economia deriva infatti da due parole greche: òikos, che significa casa, e nómos, che significa ordine, sistema, legge, schema, gestione, contabilità.

IN QUANTO ARTE di vivere, l’economia è continuità con i processi e i flussi vitali della natura e della società. L’economia si fonda sul riconoscimento e il rispetto dei limiti ecologici della natura e dei diritti di tutti gli esseri umani. Le economie vive supportano l’infrastruttura della vita a favore della natura e della società. Aristotele distingueva oikonomia da crematistica, l’arte di far soldi e accumulare denaro basata sull’estrazione illimitata di risorse dalla natura e sulla sottrazione della ricchezza creata da contadini, lavoratori e donne.

PER ARISTOTELE, DUNQUE, l’accumulazione del denaro è in sé un’attività innaturale che disumanizza coloro che la praticano. Le economie reali, che supportano i mezzi di sussistenza delle persone, implicano lo scambio diretto tra produttori e utenti a condizioni eque all’interno di una comunità. Ma quando il commercio diventa fine a sé stesso e motore dei sistemi produttivi, porta all’estrazione di valore e allo sfruttamento e della Terra e della società.

QUANDO LA CREMATISTICA sostituisce l’oikonomia, l’avidità sostituisce la cura, l’abilità di sottrarre e persino di rubare sostituisce l’arte del dare. La natura si impoverisce. Le persone si impoveriscono. La crematistica guidata dall’avidità ha reso l’umanità cieca alle economie della vita e alle economie che creano, sostengono e rigenerano l’infrastruttura della vita stessa. La natura possiede una propria economia di crescita e rinnovamento della vita. Nel corso dei millenni le persone si sono mantenute attraverso diverse economie di sostentamento a favore del bene comune. Tuttavia, negli ultimi secoli, il colonialismo ha ridotto l’economia all’avidità e al guadagno. L’economia della natura e delle persone è diventata invisibile ed è stata distrutta.

RIVENDICARE L’ECONOMIA COME ARTE di vivere è un imperativo non solo per il futuro dell’umanità ma per tutta la vita sulla Terra. L’economia dominante gestita da e per l’1% è stata ridotta a crematistica, al guadagno per mezzo di una macchina per far soldi. Peggio ancora, questa costruzione ristretta di economia intesa come estrattivismo, commercio, mercificazione, che ignora l’economia della natura e le economie di sostentamento delle persone, e distrugge la vera ricchezza della natura e della società, è stata elevata al rango di nuova religione.

IL MONDO CHE L’1% STA CREANDO è un mondo senza vita, basato sull’estinzione e lo sterminio dell’oikonomia, l’arte di vivere. Al tempo stesso dissipa il significato autentico di ricchezza, che è benessere e felicità, non denaro. E anche il denaro sta perdendo la propria matrice di scambio: esso, infatti, non è finanza, sicuramente non è finanza digitale che consente ai miliardari di fare soldi con i soldi, colonizzando le economie locali auto-organizzate.

IL COVID-19 STA FACENDO CRESCERE la sete di denaro tra i seguaci della crematistica. Tra gli esseri umani comuni si avverte invece sempre più urgente il bisogno di riscoprire l’oikonomia come arte perduta del vivere. Un’economia che sia arte dell’accudimento, della condivisione e del creare abbondanza per soddisfare i bisogni fondamentali di tutti proteggendo la nostra casa comune. Non a caso tanto ecologia, quanto economia derivano da òikos.

… L’ECONOMIA, CHE E’ SEMPRE PARTE della società, è stata posta al di fuori e al di sopra di essa. I valori etici, culturali, spirituali di cura e cooperazione sono stati soppiantati dalla logica estrattiva del mercato globale che ricerca il solo profitto. Tutti i valori che nascono dal nostro essere interdipendenti, diversi e complessi – a partire dalla cooperazione – sono stati scalzati o distrutti.

QUANDO LA REALTA’ E’ SOSTITUITA da costruzioni astratte create dai poteri dominanti, la manipolazione della natura e della società a fine del profitto e del potere ha vita facile. Il benessere delle persone reali e delle società reali è sostituito dal benessere delle multinazionali. La produzione reale delle economie della natura e della società è sostituita dalla costruzione astratta del capitale. Il reale, il concreto, il vivificante lascia il posto alle valute costruite a tavolino, ai fertilizzanti artificiali, al cibo artificiale, all’intelligenza artificiale… La macchina per far soldi a cui è stata ridotta la nostra economia è indifferente al valore vitale della natura e della società, perché si basa su una visione meccanica del mondo, cieca alla creatività della natura e delle persone. È una macchina lineare e violenta: estrae risorse, minerali, fertilità dal suolo, dall’acqua, dalla terra. Ruba i geni dalle sementi e dalle forme di vita.

OGGI SI PARLA DI «ESTRARRE DATI» dalle nostre fattorie, dalle nostre relazioni, dai nostri cervelli, dai nostri corpi, dalle nostre vite. Trasforma ogni bene comune in merce, da vendere a scopo di lucro. Ed è attraverso la continua recinzione dei beni comuni che si dà vita a una «crescita» misurata sul guadagno, non sul benessere e sulla felicità.

LA MACCHINA PER FAR SOLDI DIVORA risorse reali e le trasforma in merci per il commercio o in rifiuti da buttare: natura immondizia, persone immondizia. La macchina per far soldi si sostiene sulla recinzione delle terre comuni e sulla loro conversione in proprietà privata a fini commerciali. Per questa macchina da soldi il commercio e il profitto vengono prima di ogni altra cosa: la natura e le persone sono un ostacolo che deve essere rimosso. La macchina soppianta e distrugge la creatività, la produzione e le economie locali, sottomettendo tutte le economie al commercio globale controllato dall’1%. La macchina per far soldi ha bisogno della globalizzazione sotto forma di regole commerciali da imporre al mondo…

PER QUANTO DATATI, I MODELLI di colonizzazione ci aiutano a vedere come i multimiliardari di oggi usino nuovi strumenti per colonizzare la natura e la società, estrarre e appropriarsi della ricchezza di entrambe e rivendicarla come una loro creazione e innovazione.

L’ECONOMIA LINEARE SI BASA sull’estrazione illimitata, sulla mercificazione, sui profitti e sulla creazione di rifiuti e inquinamento tramite la rottura dei cicli naturali di rinnovamento. Non c’è spazio per prendersi cura della natura e della comunità. Non esiste l’etica del dare. La natura e la società si impoveriscono per l’estrazione di minerali, o l’estrazione di sapere tramite la biopirateria, o l’estrazione di geni con il genetic mining, o l’estrazione di dati personali con il data mining, o l’estrazione di rendite e royalties sulle sementi, l’acqua, la comunicazione, l’istruzione e la sanità privata. Si creano povertà, debito e sradicamento. Si creano rifiuti – rifiuti come inquinamento, risorse buttate, persone scartate, vite eliminate. Si crea un mondo senza lavoro, ma si immagina che le persone senza lavoro saranno tutte «consumatrici» di cibo spazzatura, vestiti spazzatura e comunicazione spazzatura. È questa la macchina dei soldi estrattiva che ha portato all’avvento dell’1% e all’usa e getta del 99%.

Brano estratto dal libro di Vandana Shiva «Dall’avidità alla cura. La rivoluzione necessaria per un’economia sostenibile», EMI edizioni, 2022, pagine 215, euro 16