La procura di Spoleto chiede di condannare a dodici mesi l’archistar Stefano Boeri, progettista del centro polivalente di Norcia. La struttura è stata tirata su grazie alla raccolta fondi in favore dei terremotati organizzata da Corriere della Sera e La 7 ma già da quasi due anni è sotto sequestro giudiziario perché abusiva.

SECONDO IL SOSTITUTO procuratore Patrizia Mattei, l’avveniristica costruzione griffata Boeri sarebbe stata costruita utilizzando in maniera impropria le leggi d’emergenza varate subito dopo i terremoti del 2016, finendo per andare in contrasto con le normative paesaggistiche e urbanistiche in vigore in un’area sottoposta a vincoli di vario ordine e grado. L’accusa principale, poi, è quella di non aver innalzato una struttura temporanea ma un qualcosa destinato a rimanere dov’è per sempre.

A novembre, durante un’udienza, Boeri si era difeso sostenendo che l’opera è «in tutto e per tutto smontabile», ma l’argomentazione non sembra aver convinto la procura umbra. Questa tesi, d’altra parte, è ormai un grande classico per tutto quello che riguarda le decine di strutture commerciali sorte nel cratere all’indomani del terremoto: il caso più celebre, in questo senso, è quello del Deltaplano di Castelluccio, centro commerciale costruito in tempi record nel cuore della piana, mentre in paese per avere otto soluzioni abitative di emergenza le persone hanno dovuto aspettare fino all’estate scorsa.

IN TEORIA, QUESTO ECOMOSTRO sarebbe smontabile, ma in nessun atto amministrativo si trovano né la data in cui verrà portato via né i fondi per farlo. Il fatto che sia rimovibile, in pratica, è soltanto un pensiero degli amministratori locali e non un atto messo nero su bianco.

Mattei, comunque, nelle sue tre ore di requisitoria ha sostanzialmente demolito questo punto di vista, sottolineando tutte le leggi violate per la costruzione del centro polivalente, particolari già evidenziati nel febbraio dell’anno scorso dalla Cassazione, che con una sentenza stabilì che la costruzione non è a norma. A febbraio si terrà l’ultima udienza sul caso, con le repliche e la decisione del gup Federica Fortunati.

Nella vicenda è coinvolto anche il sindaco di Norcia Nicola Alemanno, per il quale la procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Per lui e per l’archistar le accuse sono di abuso edilizio, violazione delle normative a tutela dell’ambiente e del paesaggio e deturpamento delle bellezze naturali. Per Alemanno c’è anche un accusa di falso a causa della sua ordinanza con cui ha concesso il permesso a costruire la struttura polivalente.

IN ATTESA CHE SI FACCIA chiarezza in tribunale, ad ogni buon conto, in Comune comincia a circolare l’idea di trasferire il centro in una zona della città non vincolata, cosa che andrebbe a pesare ulteriormente sulle già provate casse pubbliche: per la difesa di Boeri e Alemanno questa sarebbe la prova che il tutto sarebbe smontabile, ma in linea di principio questa teoria si potrebbe applicare a qualsiasi costruzione, anche ai grattacieli: basta portali via mattone per mattone. Intanto, la struttura resta chiusa a far non troppo bella mostra di sé tra le mura che circondano il centro storico di Norcia e le casette gialline in ferro e plastica che ospitano i terremotati del posto.

La carriera di Boeri, malgrado questa storia, continua a crescere nelle zone distrutte dal terremoto: prima di Natale, il comune di Castelsantangelo sul Nera, in provincia di Macerata, ha deciso di affidargli la redazione dei piani attuativi per la ricostruzione del borgo.

Aggiunta del 19 gennaio 2020

Leggi la lettera al manifesto di Stefano Boeri.