Si è parlato molto del recente piano tedesco che introduce una Cabina di Regia per elaborare una Strategia Nazionale per l’idrogeno, con lo stanziamento di 9 miliardi di euro per sviluppare un mercato domestico delle tecnologie dell’idrogeno portando la Germania alla guida dei Paesi europei in questo campo.

Meno noto è che questi soldi non sono i primi che la Germania ha messo sullo sviluppo delle tecnologie dell’idrogeno. Infatti esse sono state finanziate fin dal 2006 con un programma che si chiama N.O.W. (Nationale Organisation Wasserstoff- und Brennstoffzellentechnologie). Il programma nacque per iniziativa di Angela Merkel che, non appena eletta alla Cancelleria a novembre 2005, creò un gruppo di lavoro per l’idrogeno guidato da Jeremy Rifkin, autore de L’Economia all’Idrogeno, che lanciò l’idea di un programma decennale dal 2006 al 2016, poi rinnovato per altri dieci anni fino al 2026 con una dotazione annuale di 2 miliardi di euro.

La prima fase prevedeva la preparazione del mercato per le tecnologie dell’idrogeno, mentre la seconda (quella in corso) prevede l’attivazione del mercato tramite la creazione delle necessarie economie di scale delle tecnologie dell’idrogeno da fonti rinnovabili e programmi di incentivazione per elettrolizzatori, veicoli e treni a idrogeno e «logistica verde» e raggiungere l’obiettivo di rendere sostenibile, tramite un uso diffuso di tecnologie dell’idrogeno verde, la fornitura di energia in tutti i settori dell’economia tedesca.

Per i trasporti si adotta una impostazione «olistica e complessiva», che prevede interventi per la mobilità terrestre, marittima e aerea. Nella prima fase è stato raggiunto l’obiettivo di realizzare un sistema di 50 distributori di idrogeno prevalentemente al servizio di trasporto pubblico (autobus e treni), in 5 regioni metropolitane (Berlino, Amburgo, Rhur, Stoccarda, Monaco) interconnesse fra loro grazie ai cosiddetti corridoi dell’idrogeno sulle autostrade federali in modo da garantire da subito una totale copertura nazionale del rifornimento di idrogeno.

Per la seconda fase si prevede l’ingresso sul mercato di auto a idrogeno per il trasporto privato a prezzi accessibili, e l’installazione di 400 distributori stradali. Per il trasporto ferroviario sono già operativi 10 treni a idrogeno nelle regioni del Baden Württemberg, Hesse, Bassa Sassonia e North Rhine-Westphalia, navigazione e aeronautica a idrogeno, con la sperimentazione dei primi natanti a idrogeno per via fluviale, mentre per quelli in mare aperto, si prevede la loro dotazione di sistemi a idrogeno per tutta l’elettricità di bordo. Lo stesso si prevede per i velivoli commerciali mentre è stato sperimentato ed è in fase di industrializzazione, il primo velivolo alimentato a idrogeno.

Per la logistica si prevede la transizione rapida all’idrogeno di tutti i mezzi di movimentazione delle merci in depositi, porti, aeroporti, che potranno sfruttare sinergicamente gli stessi circuiti di alimentazione dei sistemi di bordo di aerei e navi. In edilizia residenziale sono già stati installati i primi sistemi a idrogeno per condomini e per i sistemi di riscaldamento e condizionamento. Per gli usi industriali si prevede la progressiva elettrificazione di tutti gli impianti con sistemi a idrogeno autoprodotti.

Un bel modello da seguire per il governo italiano.