Legge elettorale, ineleggibilità e conflitto di interessi. Quando mancano ormai poco più di due settimane al voto il M5S presenta tre riforme che definisce «essenziali» una delle quali, quella elettorale, frutto delle proposte avanzate dalla rete al termine di un percorso fatto di discussioni e otto votazioni alle quali hanno partecipato in media 30 mila attivisti. Il risultato è un testo che prevede un sistema proporzionale , collegi intermedi, voto di preferenza disgiunto e una soglia di sbarramento al 5%. Novità assoluta: la possibilità per l’elettore di esprimere una preferenza negativa nei confronti di un candidato ritenuto inadeguato. E’ la ricetta grillina per un parlamento pulito. E’ possibile esprimere fino a due preferenze negative, che determineranno la penalizzazione di un decimo (o di due decimi) del voto espresso per la lista. I seggi che ognuna delle 42 circoscrizioni potrà esprimere sono in proporzione all’ampiezza della circoscrizione stessa. Due le schede elettorali, una per il voto di lista e un’altra per esprimere la preferenze. Secondo il M5S questo sistema metterà fine alle coalizioni, obbligando le formazioni più piccole a unirsi dando vita a nuovi partiti. «Noi abbamo scritto la legge elettorale con i cittadini – ha detto il deputato Danilo Tominelli – e questo prova l’enorme distanza tra il nostro modo di lavorare e quello di chi si chiude in un bunker, in due per decidere le regole del gioco».
Lungo l’elenco delle figure ineleggibili per il M5S: si va da presidenti e assessori regionali e provinciali a sindaci e assessori di comuni e Cittàmetropolitane, ma anche prefetti, generali e ammiragli. Magistrati e direttori di giornali dovranno invece sospendersi dall’attività sei mesi prima del voto. Per i magistrati è previsto anche che, in caso di elezione, non possano esercitare l’attività per i 5 anni successivi alla fine del mandato, mentre se non eletti per i successivi 24 mesi. Sanzioni salate sono previste per chi trasgredisce: quattro volte l’indennità percepita per il parlamentare dichiarato ineleggibile e otto volte l’indennità per quello dichiarato incompatibile. Possibilità, infine, di impugnare presso la Consulta le decisioni prese dalla Giunta per le elezioni delle due camere.