«Oggi è un giorno importante per il sindacato Amazon anche in Italia». Esordisce così Stuart Appelbaum, segretario nazionale della Retail, Wholesale and Department Store Union, il sindacato che da mesi si batte per ottenere il permesso a organizzare il lavoro nell’hub di Bessemer, Alabama, dove lavorano quasi seimila persone. Non è un compito facile: il referendum deve ottenere il 50% e Amazon ha cercato diverse strade per farlo fallire.

Ad esempio si è cercato di costringere il voto negli stabilimenti, per facilitare l’intimidazione o si sono fatte circolare date false sulla finestra in cui era possibile votare: «Dicevano, dovete esprimere le vostre preferenze entro il 1 marzo, mentre c’è tempo fino a fine mese. Volevano che i seggi dove depositare le schede fossero dentro agli stabilimenti e persino il Dipartimento al Lavoro di Trump gli ha negato questa possibilità perché era un chiaro tentativo di intimidire i lavoratori».

Amazon non ha una bella storia con i sindacati, che cosa sta succedendo in Alabama?
Te lo dico io cosa sta succedendo. La legge ci impedisce di entrare negli stabilimenti e anche nel parcheggio antistante. Amazon invece sta facendo campagna ovunque. Nei capannoni ci sono poster e striscioni che invitano a votare «No», anche nei bagni. Mandano messaggi più volte al giorno e pagano qualcuno per telefonarti a casa, quando se hai un problema al lavoro è difficile trovare uno delle risorse umane con cui parlare. Hanno creato un sito Web che spiega che se vincessimo il loro salario verrebbe tagliato per pagare l’iscrizione. Falso, se vincessimo chi vuole potrebbe decidere di iscriversi. Hanno portato 200 manager da altri hub per fare pressione.

Poi possono convocare delle riunioni obbligatorie diverse volte a settimana in cui si spiega che i sindacati sono il male. In quegli incontri, se qualcuno fa un’obiezione, gli viene chiesto il nome, in teoria per «rispondere alle sue preoccupazioni». La più incredibile è quella del semaforo. Noi usiamo l’uscita dallo stabilimento per parlare con i lavoratori e la compagnia ha ottenuto dalla contea di accorciare la durata tra il rosso e il verde per ridurre il tempo a nostra disposizione. Hanno anche inondato di pubblicità il mercato Tv locale e cancellato la costruzione di un nuovo stabilimento senza spiegare perché mandando l’articolo di giornale con la notizia a tutti i lavoratori.

Come avete risposto a questa offensiva? Che strumenti avete e quanta solidarietà avete ricevuto?
La prima cosa è spiegare alla gente che non deve avere paura. I lavoratori ne hanno, pensano che Amazon saprà come hanno votato. Credo che il messaggio video di Biden abbia aiutato: sentir dire dal presidente che sta con te, nonostante il tuo datore di lavoro sia così potente, è un messaggio forte. Abbiamo parlato con la gente ai semafori, i nostri volontari chiamano, rispondono alle domande e ai dubbi. E poi Black Lives Matters ha lavorato con noi e la cosa è importante perché l’Alabama ha una storia di battaglie contro il razzismo (e di discriminazione, ndr) e la gente che lavora qui è all’85% nera. Quel movimento ha galvanizzato le persone che sentono che battersi per la giustizia economica è un passo verso la giustizia razziale. E poi sono venuti in tanti: una delegazione del Congresso, giocatori di football, gente di spettacolo e sindacati di tutto il mondo.

Ma la cosa più importante è che questa è una vicenda locale e molti tra coloro che conducono questo sforzo sono nostri iscritti che raccontano i cambiamenti in meglio ottenuti dopo l’arrivo del sindacato nel loro stabilimento. Infine, a Bessemer un tempo c’erano miniere e una storia sindacale e in tanti ci raccontano: «Mio nonno era del sindacato, mi dice che devo votare Sì».

So che avete ricevuto un migliaio di chiamate da lavoratori Amazon di altri Stati e che in Iowa i Teamsters stanno conducendo una battaglia simile alla vostra. In fondo questi hub sono le nuove fabbriche. Quanto è importante per il sindacato entrarci?
Lo vedi dall’attenzione che questa campagna ha ottenuto qui e nel mondo, siamo usciti su TeenVogue ed Elle! Faccio questo lavoro da tanto tempo, mai un voto è stato così seguito. Questa vicenda ci dirà quale sarà il futuro del lavoro. Se la gente dovrà sostenere turni insostenibili, con poche garanzie e pause e salari bassi oppure no. C’è l’opportunità che le organizzazioni sindacali ricomincino a crescere. Amazon ha tagliato i salari all’inizio della pandemia, mentre Jeff Bezos diveniva la persona che più ha guadagnato al mondo grazie al Coronavirus. C’è qualcosa di sbagliato: Oxfam ha calcolato che se Bezos avesse dato un bonus da 105 mila dollari a ciascun dipendente, sarebbe lo stesso più ricco di un anno fa.

Come andrà a finire?
Chi ha votato all’inizio della campagna aveva ascoltato molta propaganda Amazon e pochi dei nostri argomenti e viceversa. Quindi se quelli che hanno votato presto sono la maggioranza, rischiamo. Ma comunque vada andrà bene perché abbiamo portato la questione nella discussione nazionale e, comunque, non ce ne andiamo. Non da Bessemer e non dagli altri stabilimenti.