Ci eravamo appena abituati a fare i conti con malware, spyware e stalkerware, ed ecco pronta la nuova ondata di software specializzati nella sorveglianza di chi lavora da casa, i bossware.

In realtà sono tutti «software spia» che fanno più o meno le stesse cose ma con finalità e target diversi. Se vengono usati per lo spionaggio politico-giudiziario, li chiamiamo spyware; applicati al monitoraggio di bambini, mogli e mariti, gli diamo nome stalkerware; quando modificano il funzionamento di altri software trasformandoli in piccoli spioni da portare in tasca, li chiamiamo genericamente malware, per sottolinearne l’intento malevolo.

Possono monitorare di nascosto ciò che digitiamo, leggere i nostri messaggi, fotografare lo schermo, controllare dove siamo, ascoltare il microfono e guardarci attraverso la videocamera.

Il Bossware però tutte queste cose le fa per conto del tuo datore di lavoro e senza che tu lo sappia, mettendo a rischio la privacy tua e della tua famiglia.

La Electronic Frontier Foundation (EFF) nell’analizzarli ha scoperto che i venditori di bossware fatturano i propri strumenti come software di «monitoraggio automatico del tempo» o «analisi dell’ambiente di lavoro», e altre volte li presentano come strumenti contro la violazioni dei dati o il furto di proprietà intellettuale. Ma, avverte, «quando una casa diventa un ufficio, rimane pur sempre una casa». E poi: «I lavoratori non dovrebbero essere soggetti a sorveglianza non consensuale timorosi di perdere il lavoro».

Il tipo più comune di sorveglianza è il «monitoraggio dell’attività» che include l’elenco delle applicazioni e dei siti web utilizzati dai lavoratori compresi posta elettronica e i post sui social. La maggior parte dei bossware registra anche le battute al minuto, utilizzandole come indice di produttività.

Due di questi, StaffCop Enterprise e CleverControl, consentono ai datori di lavoro di attivare segretamente webcam e microfoni sui dispositivi dei lavoratori. Work Examiner evidenzia invece la sua capacità di acquisire anche le password private.

Il bossware può essere distribuito come un’app visibile o come processo in background che i lavoratori non possono vedere: dipende dalla configurazione scelta. Quando il funzionamento del software è visibile, la sua attivazione e disattivazione funziona come il timbro del cartellino. Ma se si cancellano particolari «screenshot» dalla sessione di lavoro, il software eliminerà anche il tempo di lavoro associato che verrà detratto dalla paga

Il bossware di Teramind, Time Doctor, StaffCop è invece progettato per essere difficile da rilevare e rimuovere. Awareness Technologies, proprietaria di InterGuard, ha affermato di aver aumentato la propria base di clienti di oltre il 300% soltanto nelle prime settimane dopo l’epidemia di Covid.

Alcune delle più grandi aziende del mondo utilizzano bossware. Time Doctor dichiara 83.000 utenti tra cui Ericsson, Verizon e Re/Max. ActivTrak è utilizzato da oltre 6.500 organizzazioni, scuole comprese.

StaffCop e Teramind hanno clienti in settori come sanità, banche e call center.

Work Examiner e StaffCop si propongono direttamente ai manager che non si fidano del proprio personale e raccomandano di legare licenziamenti o bonus alle metriche delle prestazioni derivate dai loro prodotti.

InterGuard pubblicizza che il suo software «può essere installato silenziosamente e da remoto, in modo da poter condurre indagini segrete sui lavoratori».

Tutti questi strumenti sono teoricamente fuorilegge in Italia in assenza di un accordo sindacale o dell’autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro.

Ma voi, avete mai controllato se avete un bossware nel computer aziendale?