Giorni caldi per la Cavallerizza Reale, lo storico complesso cartolarizzato dal Comune di Torino nel 2009 e occupato, nel maggio scorso, da un eterogeneo gruppo di cittadini. Ieri, è arrivato il via libera della giunta Fassino al protocollo d’intesa tra enti pubblici e istituzioni culturali sulla riqualificazione del complesso. Una decisione che non smorza lo scontro tra Assemblea 14:45 e amministrazione. I primi denunciano la «svendita di un bene comune patrimonio Unesco», la giunta rigetta con sdegno l’accusa di «speculazione» e parla di «valorizzazione» del complesso, che comprende oltre alla Cavallerizza l’ex Zecca di via Verdi.
L’obiettivo del Protocollo è «dare corpo a un progetto unitario e finanziariamente sostenibile, che ne salvaguardi la vocazione culturale pubblica di spazi e immobili». Una firma che non preclude, ovviamente la vendita ma ne vincolerebbe la destinazione. Il bando per la cessione non c’è ancora (era stata valutata attorno ai 12 milioni di euro) e finora ci sono state solo manifestazioni di interesse ufficiose, ma tra queste – confermano dall’assessorato al Patrimonio – non figura quella di un emiro. L’intesa di ieri sigla un accordo tra Comune, Regione Piemonte, Soprintendenza, Archivio di Stato, Università, Edisu, Compagnia di San Paolo, Accademia di Belle Arti e le fondazioni di Teatro Stabile e Regio e la società di cartolarizzazione partecipata completamente dal Comune.
Non si tratta di un network chiuso. «Il protocollo – ha sottolineato l’assessore al Bilancio e al Patrimonio Guido Passoni – è l’inizio di un percorso di confronto e lascia aperte le porte a ulteriori collaborazioni e alla partecipazione di enti o altri soggetti che intendano mettere a disposizione know-how e risorse per il progetto di riqualificazione della Cavallerizza». Un invito rivolto anche all’Assemblea? Sì, a quanto pare. Passoni ha aggiunto: «Con questa intesa si apre un tavolo di lavoro che dovrà produrre uno studio di fattibilità, valutare l’impatto economico, cercare risorse e trovare soluzioni che scongiurino la frammentazione del compendio, un progetto che strappi al degrado questa preziosa porzione del centro cittadino per renderla, conservandone la bellezza, spazio culturale pienamente fruibile dai torinesi e dai tanti di visitatori di Torino»
Lo studio di fattibilità sarà realizzato dalla Compagnia di San Paolo, primo azionista di Intesa Sanpaolo, il principale creditore del Comune stesso. Una decisione criticata dall’Assemblea Cavallerizza 14:15 che in dieci mesi ha fatto rivivere il bene con svariati iniziative culturali. Ieri, gli occupanti hanno avuto un duro scambio con il sindaco Fassino e l’assessore Passoni. «Nessuna delle richieste sino a ora avanzate dalla cittadinanza con il sostegno di oltre 10 mila firme della popolazione torinese (no alla vendita, destinazione e fruizione pubblica, unitarietà dell’insieme e progettualità partecipata) – spiega l’Assemblea – è stata accolta dalle istituzioni. Anzi, lo stesso contenuto del protocollo e i suoi intenti progettuali non risultano neanche vincolanti per gli acquirenti». Per Passoni è impossibile «pensare che il sito possa essere oggetto solo di investimenti pubblici»
Per il Protocollo, toccherà alla Regione reperire fondi europei per riqualificare, con l’investimento privato, una porzione dell’edificio a scopi ricettivi, tradotto: l’ostello della gioventù di cui si parla da tempo. L’Edisu (l’ente per il diritto allo studio) valuterà se trasformare l’ex Zecca (ora occupata dalla Questura) in residenza universitaria, il Regio e lo Stabile si impegnano a stilare un programma di spettacoli da svolgersi nel Maneggio. La Soprintendenza fornirà le prescrizioni per il restauro. Ora il presunto acquirente sta forse per palesarsi. È certo che i giorni caldi per la Cavallerizza continueranno.