Passano le estati, cambiano i governi, ma l’odiosa pratica del caporalato in tutta Italia e in particolar modo in Puglia, è lì intatta in tutta la sua drammaticità. Non sono bastate le decine di morti degli ultimi anni e probabilmente non basteranno le 16 vittime tra sabato e lunedì, a debellare una pratica quasi secolare. Che sino a vent’anni fa riguardava soltanto i braccianti agricoli italiani, mentre oggi vede tra le maggiori vittime i cosiddetti ‘stagionali’, migranti che si spostano in tutta Italia a seconda delle stagioni per lavorare nei campi, sotto il sole cocente, sotto forma di una moderna schiavitù. Destinati a vivere nascosti in baracche, tendopoli, roulotte, campi di fortuna chiamati da sempre ‘ghetti’ termine che riporta al dramma delle leggi razziali e dell’Olocausto.

E’ questa la realtà nella quale ieri si è calato il nuovo governo, prima con l’arrivo del premier Giuseppe Conte, originario proprio del foggiano, poi con la presenza del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha presieduto il Comitato per l’ordine e la sicurezza in prefettura a Foggia. «La bussola del governo è quella di garantire la dignità della vita e del lavoro. Sul caporalato rafforzeremo gli strumenti di controllo e prevenzione e introdurremo misure di sostegno al lavoro agricolo di qualità», ha detto il premier spiegando le ragioni della sua visita. «C’è una legge da cui partiamo, la 199 del 2016, per il contrasto al caporalato. E dobbiamo capire – ha aggiunto – perché non ha prodotto gli effetti sperati. Si tratta di integrarla appieno». Così come vanno rafforzati i controlli. “Già vengono fatti, e il prefetto mi ha elencato i dati. Ma l’estensione dell’attività agricola qui è tale che è difficile assicurare i controlli in modo capillare», ha detto il premier. «E – ha aggiunto Conte – come ha anticipato il ministro Di Maio, rafforzeremo i controlli dell’ispettorato del lavoro. Quindi – ha concluso – una serie di interventi per evitare che il lavoro nero, il lavoro sfruttato, in totale violazione della dignità dei lavoratori, vada avanti». «Le leggi ci sono già ma lo Stato ancora non è attrezzato per controllare. Il mio obiettivo è fare un concorso straordinario per gli ispettori del lavoro perché servono più ispettori», gli ha fatto eco il vicepremier e ministro Luigi Di Maio. «In alcune zone il caporalato va estirpato azienda per azienda», ha aggiunto Di Maio.

Ancora una volta però, la parte del ‘leone’ l’ha recitata il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Che ha presieduto il Comitato per l’ordine e la sicurezza a Foggia, al termine del quale ha parlato a tutto tondo su quanto accaduto negli ultimi giorni . «La lotta alla mafia e allo sfruttamento è una nostra priorità. Useremo tutte le armi a disposizione» ha detto subito il vicepremier. Rilanciando uno dei suoi cavalli di battaglia: «Svuoteremo i ghetti» ha annunciato, senza però dire qual è l’alternativa a questo stato di cose, pur sottolineando che sono a disposizione «alcuni milioni di euro per superare la fase emergenziale».

Poi l’affondo sulla mafia: «Dobbiamo aggredire i patrimoni dei mafiosi che campano con il caporalato. Questo è un problema di mafia. A Foggia c’è una criminalità mafiosa che seguirò paese per paese». Per questo il governo aumenterà l’organico sia della Procura di Foggia, che delle forze dell’ordine. «Quindi soldi, uomini, mezzi, attenzioni, indagini e fermezza su chi viene beccato sbagliare». Per Salvini però, il caporalato deriverebbe anche nella concorrenza sleale dell’Europa: «Se l’agricoltura italiana non fosse costretta ad inseguire la concorrenza sleale di altri produttori avremmo meno illegalità. Traduco: se l’Europa non ci costringesse ad inseguire l’importazione forzata di molti prodotti per i nostri agricoltori sarebbe più semplice». Dimenticando però che con il caporalato ci guadagna anche e soprattutto la filiera dei grandi produttori italiani.

La visita del governo non è piaciuta ai sindacati. «Oggi il ministro Salvini è andato a Foggia dove ha incontrato il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, alcuni lavoratori migranti e trovato anche il tempo di scattare foto e selfie. Ma ha ritenuto di non avere tempo per incontrare le organizzazioni sindacali» hanno dichiarato Fai, Flai e Uila.