Il piano vaccini del commissario Figliuolo prevede di procedere per fasce d’età, dagli over 80 in giù. Con questo sistema a Procida le immunizzazioni andavano a rilento. Il sabato e la domenica un medico e due infermieri, tempo permettendo, dovevano fare la traversata per somministrare il siero a un numero ridotto di anziani. «Di questo passo – ironizza il sindaco Raimondo Ambrosino – avremmo finito nel 2022» cioè in tempo per avviare la programmazione di Procida capitale italiana della Cultura. Il cambio di passo c’è stato quando la regione ha deciso di investire nelle isole Covid free per non bruciare la seconda stagione estiva di fila, con Grecia, Spagna e Croazia pronte a conquistare quote di mercato.

«SE C’È UN PAESE che vive di turismo è il nostro – il discorso del premier Draghi ieri dopo il G20 Turismo -. Tutto il mondo desidera venire in Italia, le nostre montagne, spiagge, città e campagne stanno riaprendo. Il settore tornerà forte più di prima». Occorre però attivare i green pass: «Dobbiamo offrire regole chiare – ha poi aggiunto -. A partire dalla seconda metà di giugno sarà pronto il green pass europeo. Nell’attesa, il governo italiano ha introdotto un pass nazionale a partire dalla seconda metà di maggio». Per spostarsi senza quarantena basterà dimostrare di essere guariti dal Covid, immunizzati o negativi al tampone.

A PROCIDA mercoledì scorso è arrivata la task force vaccini, la prima isola del Golfo di Napoli a partire con la campagna intensiva (seguita poi da Capri e Ischia). Su poco più di 10mila abitanti registrati, gli over 18 presenti nel comune sono circa 7mila: in 4 giorni (con una piccola coda domenica mattina) il 92% è stato immunizzato. Il centro delle operazioni è stato il municipio. Del resto a Procida non c’è un ospedale ma solo un piccolo pronto soccorso con due posti letto, non adatto a fare da hub. Per informare la popolazione un mix di tecnologie: «Abbiamo utilizzato un servizio che ci ha permesso di registrare un messaggio da inviare ai più anziani tramite telefono fisso – spiega il sindaco -. Con tutti gli altri ci siamo serviti dei social o whatsapp. Ma nei piccoli paesi vale anche il passaparola».

SE A NAPOLI la maggior parte della popolazione spera di farsi iniettare i vaccini a mRna, la domanda a Procida è stata differente: «Abbiamo chiesto di portare soprattutto Johnson&Johnson. I marittimi sono tanti e proprio loro hanno preferito il farmaco monodose poiché, una volta imbarcati, è impossibile programmare i richiami». Il timore di perdere quote di turisti non è l’unico motivo dietro la campagna di massa: «Non siamo attrezzati per casi gravi – prosegue Ambrosino – se serve il ricovero dobbiamo sperare che il tempo sia buono e funzioni l’idroambulanza. L’esperimento di Procida può servire per capire quanto il vaccino aiuti nel contrasto alla circolazione del Covid. Abbiamo circa 40 contagiati: il nostro è un contesto semi isolato che può servire a capire cosa succede dopo le vaccinazioni». Procida capitale della Cultura 2022 è una scommessa vinta proprio alla vigilia della pandemia, il virus ha fermato tutto. Di solito la stagione comincia a Pasqua con i riti della Settimana. «Per ora è tutto fermo – conclude il sindaco -. La manifestazione Procida racconta a giugno si farà se le misure anti Covid lo permetteranno».

DAL BELVEDERE di piazza dei Martiri si imbocca una piccola stradina che scende verso l’antico borgo della Corricella. A guardarlo dalla costa, è un agglomerato fitto di case color pastello abitate da pescatori. Felice mare è uno dei chioschi del borgo. Michele Pagano ci lavora da 40 anni: «All’inizio eravamo solo in due, adesso ci sono circa 15 attività. L’anno scorso abbiamo lavorato solo a luglio e agosto. Per fortuna il comparto principale a Procida è quello marittimo. Col tempo ci siamo anche attrezzati per accogliere i vacanzieri ma i soldi sono sempre venuti dal mare».

L’idea di vaccinare le isole ha incontrato l’opposizione delle regioni del Nord, l’hanno chiamata concorrenza sleale ma Procida non è fatta per il turismo di massa. «L’isola cambia mantenendo però una sua identità – spiega Michele -. Spero che l’estate vada meglio. Rispetto a quello che vedevamo in tv, siamo fortunati. Da marittimo restare a casa è quasi normale: stai anche 4 mesi senza scendere a terra. Anzi, a casa stai bene, non hai la nausea quando c’è burrasca, non vedi solo mare e cielo».