Chiusi in casa tutto il giorno, lezioni a distanza, niente giochi, niente amici, niente parco, le corse al massimo nel corridoio (chi ce l’ha), i bambini e gli adolescenti emergono da questa guerra senza pallottole a modo loro. C’è chi, per intrattenere i figli, ha pensato bene di fare con loro la sfoglia. Quando è stata pronta, i pargoli hanno cominciato a prenderla a pugni gridando «Ti ammazzo coronavirus». Qualcosa del genere lo avevano fatto i giapponesi mettendo a disposizione dei dipendenti dei manichini gonfiabili che potevano essere pestati, così dopo tornavano alla scrivania meno stressati e più produttivi di prima.

Riguardo al capitolo lezioni on line, all’inizio molti studenti le hanno prese sotto gamba. C’è chi è riuscito persino ad arrivare in ritardo, nel senso che non si è connesso in tempo, dovendo entrare alla seconda ora, virtualmente parlando. Poi qualche insegnante ha cominciato con le interrogazioni a sorpresa, sono volati i primi 1 e 2 e i ragazzi hanno capito che si cominciava a fare sul serio. Molto sul serio, invece, l’hanno presa i più piccoli che alzano la mano davanti al computer come se fossero in classe, e lì è difficile anche per l’adulto più anaffettivo non provare una strizzatina emotiva.

Alcuni con già spiccata vena poetica si danno alla composizione. Nico, 9 anni, ha scritto una canzone rap che fa «E’ arrivato in Italia con le persone, è arrivato in Italia e ha creato un disastrone… Non andare nel panico. Non andare all’ospedale… Passeranno i giorni bui». Una bambina di quattro anni, appena ha capito che qualcosa era cambiato, ha detto al padre: «Tu in quale stanza ti metti a lavorare? Perché io avrei bisogno del salotto che è grande per giocare. Poi ogni tanto vengo a bussare alla porta mentre lavori e ti porto qualcosa da mangiare, va bene?».

Sul fronte adolescenti, una delle reazioni che ha più stupito molti genitori è stata l’improvvisa scoperta della lettura. Dopo essersi stufati di stare per giorni sui videogiochi o Tik Tok, si sono messi a leggere, qualcuno ha timidamente iniziato con Agatha Christie, qualcuno a scoperto che «Il giovane Holden è proprio figo». Fortunati quelli che hanno in casa una biblioteca, ma anche una Billy andrebbe bene, tanto per cominciare.