È arrivato il tempo delle albicocche, frutti squisiti se colti e consumati al giusto punto di maturazione. Il colore giallo aranciato rivela la ricchezza in carotenoidi, precursori della vitamina A. Due etti di albicocche fresche sono in grado di coprire il 100% del fabbisogno giornaliero di questa vitamina. La cui carenza provoca difetti della vista, secchezza della pelle e alterata funzionalità del sistema immunitario. La mancanza di vitamina A può anche compromettere la solidità di unghie e capelli, la cicatrizzazione delle ferite, la crescita e la robustezza delle ossa.

Probabilmente originario dall’Asia centrale, in diverse migliaia di anni l’albicocco ha lentamente compiuto un viaggio verso il Mediterraneo attraversando l’Armenia (Prunus armeniaca è il nome scientifico) e arrivando in Grecia e in Italia nel primo secolo a.C.. Furono tuttavia gli arabi che consolidarono la presenza dell’albicocco nell’area mediterranea: qualcuno ne fa derivare il nome dalla parola araba Al-barquq.
Con il legno di albicocco in Armenia si fabbrica il duduk, tradizionale strumento a fiato, quasi un simbolo dell’identità nazionale.

Il popolo Hunza vive nei territori del Pakistan settentrionale e gode notoriamente di eccezionale longevità e salute. Si dice anche grazie alla dieta tradizionale che comprende una grande quantità di albicocche, fresche e essiccate. Non è per caso che gli Hunza misurino la solidità economica di una persona contando gli alberi di albicocco che possiede.

Le albicocche secche, ben masticate, oltre che un eccellente snack sono ottime per chi soffre di stitichezza, specialmente se cotte brevemente in succo di mela. Quelle in commercio sono generalmente trattate con composti solforati per migliorarne la conservazione e soprattutto per mantenerne il brillante colore aranciato. Una procedura non proprio salutare visto che queste sostanze possono scatenare, nei soggetti sensibili, crisi allergiche e asmatiche. Meglio scegliere le albicocche secche di produzione biologica, non trattate e di colore molto scuro, una salutare delizia dolce e profumata.

Infine, la tradizione ricorda che Dong Feng, medico cinese attivo durante il periodo dei Tre Regni (220-280 d.C.) non richiedeva denaro ai suoi pazienti, ma prescriveva che piantassero alberi di albicocco nel suo frutteto per guarire dalle loro malattie.