Da dieci anni a questa parte le condizioni dei lavoratori nei cantieri italiani hanno subito un terribile arretramento a causa di una crisi drammatica che ha trasformato il cantiere in una giungla, dove si trova di tutto.

Anche dove il committente è un soggetto pubblico o è una grande azienda a capitale misto o in concessione: dalle false partite Iva al lavoratore in nero o con solo metà delle ore dichiarate, dal contratto collettivo non edile, all’operaio – magari in regola – che a 66 anni ancora sale sulle impalcature. Nel settore privato è ancora peggio ed inutile spiegare perché…

Sembra un mondo antico, che – all’epoca dei rider e di Amazon – non esiste più. Invece è un mondo, quello delle costruzioni, che in molti paesi sta conoscendo un grado di innovazione di prodotto e di processo gigantesco (dalle nuove tecniche costruttive ai bio materiali, dalla rigenerazione in presenza dell’inquilino alle professionilita’ nuove del Green Building o del Bim) e che occupa, in Italia, oltre 1 milione di addetti, con migliaia di aziende serie che tutti i giorni subiscono la concorrenza sleale di imprenditori senza scrupoli.

Per questo non dobbiamo dimenticarcene, per questo il 15 marzo scorso abbiamo indetto uno sciopero generale unitario, dopo tanti anni.

Per questo abbiamo continuato a chiedere diritti e tutele contro ogni ulteriore forma di ricatto, come per esempio, da ultimo, il decreto “sblocca cantieri”.

Per questo chiediamo attenzione come Fillea Cgil, insieme a Filca Cisl e FenealUil, al nuovo Governo: lotta agli infortuni, al lavoro nero e contro il dumping contrattuale devono essere le priorità di un nuovo esecutivo che vuole mettere al centro il lavoratore in carne ed ossa.

Al nuovo Ministro del Lavoro chiediamo quindi di non occuparsi tanto di stabilire, in cifra fissa, un minimo salariale legale (che nel caso dell’edilizia, se fosse anche di 9 euro l’ora, sarebbe inferiore ai minimi di paga base per l’operaio comune), dando invece attuazione all’art. 39 della Costituzione e facendo così dei trattamenti minimi complessivi stabiliti dai Ccnl il vero salario minimo.

Soprattutto chiediamo una vera lotta al lavoro nero e agli infortuni attraverso: il ripristino del Durc (Documento Unico di Regolarità Contributiva) a tre mesi e per cantiere; l’attuazione dell’articolo 105 comma 16 del Codice Appalti che prevede l’introduzione della congruità e per cui basterebbe un semplice decreto ministeriale; l’introduzione della Patente a punti per premiare le imprese ad infortuni zero e l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro per punire chi, invece, risparmia scientemente sulla vita degli operai; il consolidamento, magari riconoscendola a chi ha 30 anni di contributi, dell’Ape social per gli edili oltre i 60 anni (che per definizione hanno carriere discontinue e una media di speranza di vita inferiore di almeno 5,5 anni al resto dei lavoratori).

Tutte misure, esclusa l’ultima, a costo zero per di più.

Al nuovo Ministro dei Trasporti e Infrastrutture, oltre a chiedere l’immediato rilancio delle opere infrastrutturali fondamentali, a partire dal Sud Italia, chiediamo di ripartire da due interventi, anche a costo zero: l’eco bonus, le agevolazioni per l’antisismico, ecc. siano riconosciute solo a fronte di chi produce, insieme ai bonifici bancari, anche il Durc per congruità.

Si riparta tutti insieme poi dal Protocollo di Intesa, sottoscritto il 13 Aprile 2018 tra il Dicastero ed i sindacati dell’edilizia e dei trasporti per avviare, dagli appalti pubblici, una vera strategia contro il dumping contrattuale, che rappresenta una vera e propria corsa al massimo ribasso “travestito”.

Si va dal contratto multi servizi (circa 12 euro l’ora al 1° livello), a quello metalmeccanico artigiano (circa 14 euro l’ora) e industriale (poco meno di 15 euro l’ora), contro il Ccnl dell’edilizia che ha un costo medio orario al primo livello di 20 euro.

Contratti che non solo danno ai lavoratori salari più bassi ma che, non pensati per il cantiere, non hanno quelle tutele e quegli strumenti, come per esempio le Scuole Edili ed i Comitati per la Sicurezza, che da sempre sono a presidio specifico della salute dei lavoratori.

Perché sia chiaro: lotta al dumping contrattuale e al lavoro irregolare e riduzioni degli infortuni e delle morti sono facce della stessa medaglia.

* Segretario generale della Fillea-Cgil