Un altro lutto nel mondo del cinema, è morto a Roma – dopo lunga malattia, il regista Vittorio Taviani, 88 anni, che con il fratello Paolo ha firmato capolavori della storia del cinema italiano da Padre Padrone (Palma d’oro a Cannes nel ’77) a La Notte di San Lorenzo a Caos fino a Cesare deve morire (Orso d’oro a Berlino). Era nato a San Miniato, in provincia di Pisa, il 20 settembre del 1929. Il debutto è del ’62, quando Taviani e Orsini dirigono Un uomo da bruciare, con Gian Maria Volonté, ispirato alla vita di Salvatore Carnevale, bracciante, socialista di Sciara, in provincia di Palermo, attivo nel sindacato e nel movimento contadino, ucciso da killer.

Tanti i riconoscimenti al di là dei confini, San Michele aveva un gallo (1972) vince il Premio Interfilm a Berlino. E poi quello che viene accreditato come il loro capolavoro, la biografia di Gavino Ledda Padre padrone, nel ’77, che si aggiudica la Palma d’Oro e Premio della Critica a Cannes.

In un’ampia filmografia – e nel 1986 Venezia gli conferisce anche il Leone d’oro alla carriera, Vittorio e Paolo scrivono  Good Morning, Babilonia (1988), Il sole anche di notte (1990, presentato fuori concorso a Cannes), Fiorile (1993. Nel 2012 sempre insieme al fratello vince l’Orso d’Oro al Festival di Berlino con Cesare deve morire. Prima della malattia, lo scorso anno  l’ultimo film è Una questione privata.