L’ondata di indignazione che ha attraversato la comunità scientifica dopo le rivelazioni sulle «bambine geneticamente modificate» sembra già passata. Se inizialmente molte scienziate e scienziati hanno fermamente condannato l’esperimento di He Jiankui, in cui sono stati modificati geneticamente degli embrioni, solo tre giorni dopo diversi gruppi di ricerca stanno mutando opinione: He è stato scorretto nei modi, ma tutti sanno che quella è la direzione e tanto vale assecondarla.
Lo rivela la stessa dichiarazione finale del summit di Hong Kong che doveva stilare le nuove linee guida sulle modifiche genetiche e che è stato travolto dall’esperimento di He. Nonostante l’organizzatore David Baltimore abbia avuto parole di netta condanna, nelle conclusioni il summit ha stabilito che «è tempo di definire un percorso rigoroso e responsabile verso queste sperimentazioni». Nessuna messa a bando, anzi. Il summit ha sottolineato l’esigenza di una discussione pubblica tra cittadinanza e comunità scientifica sull’accettazione di queste tecnologie, spesso invocata e mai davvero iniziata.

Il fatto è che lo scienziato cinese ha aperto un vaso di Pandora. Mentre la Cina ha annunciato indagini severe (si veda l’ articolo di Angela Simone qui sotto), altri scienziati di peso sulla sponda americana sembrano già pronti a nuove sperimentazioni genetiche sugli embrioni, l’ultimo tabù della biotecnologia. Secondo George Daley, il preside della Harvard Medical School di Boston «i passi falsi non devono fermarci». Non è un’opinione qualunque: Boston è la culla della tecnologia Crispr usata nelle modifiche genetiche, e lì hanno sede i laboratori più avanzati e le società farmaceutiche che la commercializzano.

TRA LE MODIFICHE genetiche embrionali che dovrebbero essere ammesse alla sperimentazione, Daley ha incluso proprio quella sul gene Ccr5 compiuta (salvo smentite) da He. Praticamente, è un endorsement per lo scienziato cinese. Nella facoltà di Daley, ha rivelato la «Mit Technology Review» (Mtr), l’austriaco Werner Neuhasser sta già effettuando esperimenti sulla riparazione genetica delle mutazioni che favoriscono l’insorgenza del morbo di Alzheimer. Per ora si è limitato a modificare spermatozoi, ma l’obiettivo è quello della modifica embrionale. Anche Neuhasser è preoccupato più che altro per la mancanza di trasparenza sulla sperimentazione di He. «Un salto in avanti del genere senza le dovute autorizzazioni rende le cose più difficili per tutti coloro che rispettano le regole». Dato che negli Usa sono piuttosto restrittive, Neuhasser ha già effettuato viaggi esplorativi in Cina per trasferirvi le sue ricerche. Pure Alan Penzias, stesso istituto, si dice pronto a modificare gli embrioni: «Penso che manchino pochi anni», ha dichiarato a Mtr, «a Boston saremmo felici di farlo, e vorremmo farlo in modo responsabile».

ANCHE UN ALTRO dei padri della tecnologia Crispr e bostoniano doc, George Church, in un’intervista alla rivista «Science» ha minimizzato le accuse a He: «la critica più seria che ho sentito è che non ha seguito la burocrazia. Non sarebbe certo il primo», dice. E fa un paragone storico: «con le terapie geniche, con molti meno studi preliminari, vi furono tre morti che bloccarono le ricerche. Ci ha insegnato a essere più attenti. Ora le terapie geniche sono tornate, e non credo che le bambine moriranno».
Church si riferisce al 1999, quando il diciottenne paziente volontario Jesse Gelsinger morì durante una delle prime sperimentazioni sulle terapie geniche. Le indagini rivelarono la disattenzione degli scienziati e l’incidente bloccò nuove sperimentazioni e investimenti per molti anni. Il timore è che con le «bambine Ogm» qualcosa vada storto e il settore delle modifiche genetiche, in piena esplosione, si fermi di nuovo. Per ora non sembra il caso, anzi. Per gli investitori il caso He rappresenta il segnale che l’epoca delle sperimentazioni sugli embrioni è iniziata e che presto se ne trarranno lauti profitti. Basta osservare le azioni di società come Editas, Intellia e Crispr Therapeutics, fondate dagli stessi inventori della tecnica Crispr e oggi detentori della maggior parte dei brevetti. Negli ultimi giorni il prezzo dei loro titoli si è impennato, con aumenti compresi tra il 10 e il 20%.
Paradossalmente, sul caso da cui tutto ha preso il via permane il mistero: non è chiaro nemmeno se la sperimentazione di He sia davvero avvenuta, se sarà mai pubblicata su una rivista scientifica e quali siano i reali effetti sulle bambine. Ma ormai la questione sembra sorpassata.