La grande avversaria di Virginia Raggi dentro al Movimento 5 Stelle romano è sempre Roberta Lombardi. In questi mesi, per quieto vivere e per non tirare troppo la corda con Grillo e Casaleggio, ha smesso di cannoneggiare l’amministrazione che nei primi tempi aveva accusato senza mezze misure di essere stata contagiata dal «virus» rappresentato dal braccio destro di Raggi in Campidoglio, Raffaele Marra. Ieri Lombardi era a Cinecittà, partecipava a un’assemblea sul tema del recupero urbano. Sollecitata da diversi interventi, non ha minimamente affrontato la questione dell’amministrazione comunale, ha evitato di parlarne. «Di questo non parlo», ha detto freddamente.

Nello stesso momento, Raggi partecipava a un evento elettorale a sostegno del candidato grillino a sindaco di Guidonia, comune alle porte di Roma, in compagnia di alcuni dei big del M5S. C’erano Luigi Di Maio, che ancora la difende, e altri che in questi mesi hanno evitato di incrociarla, come Paola Taverna e Carla Ruocco. Qualche ora prima, la sindaca aveva risposto altrettanto freddamente alle voci che vogliono Roberta Lombardi nel 2018 candidata a presidente della Regione Lazio:«Noi facciamo le primarie on-line. Lei ha fatto un lavoro importante in cinque anni che potrebbe ancora mettere a disposizione dei cittadini in Parlamento».

Virginia Raggi ieri non ha potuto fare a meno di parlare delle vicende giudiziarie che la riguardano e che gettano una lama di luce sulle intricate questioni dell’esordio della sua sindacatura. «Ho ricevuto un avviso di conclusione indagini per due vicende. Ritengo di aver agito in buona fede e spiegherò le mie ragioni ai magistrati», dice la sindaca, rinnovando una formula di rito. I suoi avvocati spiegano: «Virginia è tranquilla, sicura di aver compiuto tutto nel rispetto delle regole e della legge». I rinvii a giudizio sono attesi per le nomine di Renato Marra, fratello di Raffaele, e di Salvatore Romeo, l’uomo delle polizze intestate a Virginia Raggi che vide triplicare il proprio stipendio. Il legale Alessandro Mancoro si lascia sfuggire di essere sereno «soprattutto per quanto riguarda la nomina di Romeo, che è stata fatta in accordo con l’avvocatura del Comune». I difensori della sindaca hanno depositato la richiesta di copia degli atti che la procura ha messo a disposizione dopo l’atto di chiusura delle indagini. «Nei prossimi giorni leggeremo tutto il materiale prodotto in questi mesi dalla procura – dicono – Poi valuteremo cosa fare e quale strategia difensiva adottare. Al momento non escludiamo nessuna possibilità che la legge consente: dal deposito di una memoria, alla richiesta di essere ascoltati o entrambe».

«Grillo è con me e mi incoraggia ad andare avanti», dice Raggi manifestando implicita debolezza. A sera, sul blog del leader compare un post sulla conferenza stampa della sindaca in Campidoglio ma in pochi negano che la sua situazione crea imbarazzi tra i grillini. Il regolamento la copre per il rinvio a giudizio ma non tollererebbe una condanna in primo grado. Il processo a suo carico, per di più, potrebbe iniziare proprio a gennaio, all’avvio della lunga campagna elettorale per le politiche.

Dai territori i segnali non sono migliori. Dal municipio XII, pezzo di Roma che si estende dal quartiere Portuense verso ovest, un gruppo nutrito di attivisti ha abbandonato il Movimento 5 Stelle, in polemica con giunta e presidente, considerati inaffidabili e impermeabili alla partecipazione, attaccando un gruppo che «si è affrancato da tutti coloro che hanno lavorato con dedizione e passione per rendere un sogno iniziale realtà».