La ventiseiesima Conferenza delle Parti (COP 26) si terrà dal 1 al 13 novembre a Glasgow (Scozia) per affrontare la drammatica situazione ambientale del Pianeta. Il Pianeta è sull’orlo dell’abisso: «La Terra non ha mai affrontato una crisi simile per 65 milioni di anni, dalla quinta estinzione – ha affermato Noam Chomsky. Ora siamo nel bel mezzo della sesta estinzione. Questa è la crisi più grave della storia umana». Perfino il nostro Presidente del Consiglio Draghi è stato costretto ad affermare: «Con le politiche attuali, il riscaldamento rischia di aumentare di tre gradi. L’Occidente sta facendo poco o niente contro il riscaldamento globale». Ne abbiamo avuto la prova l’estate scorsa con un Pianeta in fiamme dalla California alla Siberia.

Ormai il surriscaldamento è sotto gli occhi di tutti, anche dei politici che non mostrano però segni di conversione. Giustamente Greta Thunberg ,a Milano per Youth 4 Climate (Giovani per il Clima) ha apostrofato i discorsi dei politici come «bla, bla, bla». Come Draghi, che riconosce il disastro climatico, ma persegue politiche che lo alimentano. D’altronde, Draghi è l’uomo della Goldman Sachs, della Banca d’Italia, della Bce. Draghi è il padre del Pnrr che offre rinnovato sostegno alla cricca del cemento e delle Grandi Opere: autostrade, aeroporti, Alta Velocità, Tav, Ponte di Messina….(come abbiamo dimenticato Alex Langer con quel suo «più lento, più profondo, più soave»!).

E per mascherare tutto questo, Draghi ha creato il Ministero della Transizione Ecologica (qualcuno ha giustamente detto che si tratta del Ministero della Finzione Ecologica!). Di fatto, come è possibile che si scelga ministro della Transizione Ecologica un uomo che non si è mai interessato di ambiente, un uomo che proviene dall’industria delle armi, da Finmeccanica (oggi Leonardo)? Tant’è che oggi sta già parlando di nucleare, idrogeno blu, inceneritori, stoccaggi di CO2 sottoterra, di trivellazioni in mare… Inoltre Draghi ha stilato il Pnrr senza aggiornare i target climatici, ma utilizzando i vecchi obiettivi della riduzione della CO2 del 40%, mentre la Ue lo ha già alzato a 55%.

Per di più non c’è nessun accenno nel Pnrr dell’agri-business, uno dei più importanti inquinatori. Il problema centrale è che il nostro stile di vita occidentale è insostenibile. Infatti se tutti vivessero come vive il 10% del mondo, avremmo bisogno di due o tre pianeti.

Alcuni esempi: nei paesi benestanti noi consumiamo a testa ogni anno 100 Kg di carne all’anno. Se tutta l’umanità consumasse la stessa quantità di carne, avremmo bisogno di un altro pianeta solo per questo. Il consumo sfrenato dell’1% della popolazione mondiale inquina il doppio dei paesi impoveriti, i quali pagano pesantemente il surriscaldamento. Le conseguenze di tutto questo scempio di beni sono ora sotto i nostri occhi, ma rifiutiamo di leggere la realtà e di fare una inversione di marcia.

«Questo comportamento evasivo – ci ammonisce Papa Francesco nella Laudato Si’ – ci serve per mantenere i nostri stili di vita, di produzione e di consumo. E’ il modo in cui l’essere umano si arrangia ad alimentare tutti i vizi autodistruttivi: cercando di non vederli, rimandando le decisioni importanti, facendo tutto come se nulla fosse» (59).

Ecco perché i paesi benestanti continuano a rimandare le decisioni di uscire dai fossili e da uno stile di vita insostenibile. Noi dobbiamo capire che solo uno stile di vita più sobrio, più essenziale, più umano può salvarci: il Pianeta però sopravviverà, ma non l’uomo, che si è trasformato nella più feroce delle bestie. «Negli ultimi 60 anni abbiamo percorso la strada sbagliata, dell’illimitata crescita capitalista – afferma il noto antropologo Amitav Ghosh (India). Le emissioni sono solo sintomi di una malattia ben più grave che è una malattia dell’anima… Viviamo una crisi di valori». E aggiunge: «Quello che oggi chiamiamo ‘sviluppo’ è solo un Sistema per spingere la gente a desiderare sempre di più e cosi rendendola scontenta. Il Capitalismo è una macchina che produce scontento da colmare con il desiderio che si nutre di consumismo». E non dobbiamo aspettarci nulla dai governi che sono parte integrante di questa malattia.

Ognuno di noi dovrà prendere coscienza della realtà, unirsi agli altri e formare lentamente grandi movimenti popolari per scardinare questo «Sistema di morte». Dal basso, insieme possiamo fare molto.. E dato che il cuore del problema sono le banche che investono in fossili, dobbiamo avere il coraggio del disinvestimento , cioè di togliere i nostri soldi da quelle banche che pagano per i fossili.

Banca San Paolo fra il 2016 e il 2020 ha stanziato per i fossili 13, 7 miliardi di dollari. Unicredit (anche se si è impegnata di disinvestire nei fossili entro il 2028) investe 8 miliardi di dollari in società come Total, Eni.

Se tutti, cristiani e non, seguissero seriamente l’insegnamento di Papa Francesco nella Laudato Si’, dovrebbero «disinvestire» da quelle banche che investono in carbone, petrolio e gas . Se unitariamente facessimo questo, potremmo scuotere i nostri governi, prigionieri delle Banche.

Diamoci da fare, perché la Speranza nasce dal basso.