Il premier spagnolo Mariano Rajoy si è subito messo in contatto con il presidente della Catalogna Carlos Puigdemont e la sindaca di Barcellona Ada Colau. Un filo diretto tra governo centrale e autorità locali per decidere le prime risposte all’attentato che ieri pomeriggio ha provocato più di dieci morti nel capoluogo catalano e in attesa di capire meglio la matrice del gesto terroristico. Prudenza obbligatoria per Rajoy, che 13 anni fa perse le elezioni proprio per aver attribuito strumentalmente ai baschi dell’Eta l’attentato alla stazione Atocha di Madrid (192 morti e 1.800 feriti), quando invece la matrice era già allora islamica. «La priorità è soccorrere i feriti sulle Rambla e facilitare il lavoro delle forze di sicurezza», ha quindi preferito twittare il premier spagnolo, che nei prossimi giorni dovrà far fronte anche a quanto scritto ieri dal quotidiano El Periodico secondo il quale già due mesi fa la Cia avrebbe avvertito i Mossos, la polizia catalana, circa la possibilità di un attentato sulle Rambla.

Oggi molto probabilmente Rajoy si recherà a Barcellona per partecipare alla riunione di emergenza convocata dal governo catalano. Nelle prime ore dopo l’attentato il ministro Forn ha presieduto un gabinetto con i rappresentanti della polizia e il vicesindaco di Barcellona Jaume Coliboni, mentre se dovesse essere confermata la matrice islamista dell’attentato oggi il governo di Madrid potrebbe convocare una riunione con i principali partiti spagnoli per rinnovare il patto anti-terrorismo, come accadde a luglio dell’anno scorso dopo l’attento di Nizza. Il patto prevede l’adozione di misure speciali per combattere i jihadisti e l’impegno del governo a tenere tutte le parti informate sullo sviluppo delle indagini e sull’esistenza di eventuali minacce per la Spagna. «I terroristi non potranno mai sconfiggere un popolo unito che ama la libertà dalla barbarie. Tutta la Spagna è con le vittime e le loro famiglie», ha twittato in serata Rajoy, mentre re Felipe VI ha definito gli autori dell’attentato «assassini, semplicemente criminali che non riusciranno a terrorizzarci. Tuta la Spagna è Barcellona».

Il nuovo attacco contro una grande città europea ha avuto ancora una volta l’effetto di risvegliare in tutte le capitali allarme e solidarietà. Il portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel ha parlato di «attacco vergognoso» ed espresso «solidarietà ed amicizia agli spagnoli». «Tutti i miei pensieri e la solidarietà della Francia per le vittime del tragico attentato di Barcellona. Restiamo uniti e determinati», ha twittato invece il presidente francese Emmanuel Macron, mentre il direttore della sala stampa del Vaticano Greg Burke ha fatto sapere che il papa prega per le vittime dell’attentato. Solidarietà ala Spagna anche dall’Unione europea. «I miei pensieri sono con la gente di Barcellona. Non ci arrenderemo mai a questa barbarie», ha detto il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. Per il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani, infine, «la determinazione dell’Ue nella lotta contro il terrorismo non verrà meno».