Lo spericolato slalom olimpico di Chiara Appendino rischia portare allo sfascio il M5s di Torino. La candidatura ufficiale giorno dopo giorno si allontana, mentre avanza lo sgretolamento di un partito che i vertici supponevano molto più disciplinato. È sul territorio, dove il M5s ha stravinto la competizione elettorale che si allargano grosse crepe: gli attivisti, gli instancabili del banchetto in qualsiasi giorno dell’anno e sotto ogni cielo, stanno gettando la spugna.

A.M. ha un passato a sinistra ed è un attivista molto noto sulla trincea delle periferie torinesi: ha pubblicato un lunga lettera, che così si conclude: «Me ne vado: perché non mi riconosco più in quello che il Movimento fa a livello nazionale e locale. Me ne vado: perché l’unico spazio di partecipazione che è rimasto nel Movimento è fare banchetti, e mi sembra di poter usare meglio il mio tempo. Me ne vado: perché la battaglia contro le olimpiadi a Torino la voglio fare e dentro il Movimento questo spazio non c’è. Me ne vado: perché nel Movimento si è persa una dimensione solidaristica interna indispensabile e valgono solo più i clan, amicali o di interesse, (che sono molto peggio delle correnti dei partiti perché almeno quelle sono pubbliche). Me ne vado: perché oramai nel Movimento conta più la fedeltà della capacità. Me ne vado: perché non ho più nemmeno la speranza che Beppe raddrizzi la barca. E me ne vado: con molta sofferenza e infinita tristezza e amarezza. Il sogno è finito (per me ovviamente, massimo rispetto lo ripeto per chi in buona fede ci crede ancora)».

Dopo poche ore è andato sotto al Comune, in mezzo ad altri 150 autoconvocati per manifestare contro l’ipotesi di candidatura olimpica.

È il mondo di sinistra, e di movimento, che ha fatto vincere Chiara Appendino nel 2016, e che se si tornasse a votare oggi – ipotesi non remota – la farebbe perdere. Il tentativo di tenere insieme centri sociali e Confindustria sta collassando.
Notav, Askatasuna, Comitato Acqua Pubblica, Sistema Torino, Csoa Gabrio, Potere al Popolo e alcuni attivisti Cinquestelle lunedì pomeriggio hanno manifestato contro la candidatura olimpica torinese, mentre in Sala Rossa il M5S votava contro se stesso. Una mozione del Partito democratico, già votata favorevolmente in Città metropolitana dal M5S, veniva respinta compattamente dalla maggioranza di Chiara Appendino. Questo perché i cinque dissidenti non sono stati ancora spezzati dalla pressione politica e mediatica. Così, per evitare che l’asse M5S-Pd divenisse una nuova maggioranza politica ufficialmente, i Cinquestelle in Consiglio Comunale hanno deciso di smentire il voto espresso solo tre giorni prima in Consiglio metropolitano.

Il tutto mentre il sindaco di Milano Giuseppe Sala chiariva che di Torino, e delle valli olimpiche del 2006, poco interessa: «Io penso che Milano abbia le carte in regola, non credo a un asse con Torino».