I miliziani anti- Bashar Assad si combattono tra di loro dopo l’assassinio di Kamal Hamami, uno dei comandanti del Consiglio Militare Supremo dell’Esercito libero siriano (Els), compiuto l’altro giorno nei pressi di Latakia, da mujahedin dello “Stato Islamico in Iraq e Siria”. E’ guerra aperta tra gli islamisti radicali legati ad al Qaeda e quelli che fanno capo ai Fratelli Musulmani e all’Els. E’ una nuova guerra all’interno della guerra civile che è costata la vita a circa 100mila siriani. Un conflitto sul quale non sembra avere possibilità di intervento concreto l’inconsistente “Coalizione Nazionale”, il braccio politico dei ribelli sostenuto dai governi occidentali e da diversi Paesi arabi, di fatto incaricato da Barack Obama di monitorare la distribuzione delle armi che Washington e i suoi alleati ora forniscono in modo massiccio al fronte anti-Assad.

A chi finiranno quelle armi? Un interrogativo non di poco conto, poichè a innescare poco alla volta lo scontro interno pare essere stato proprio l’annuncio fatto dagli Usa e dall’Europa che le “armi sofisticate” saranno consegnate solo al Consiglio Militare Supremo dell’Els. I qaedisti dello “Stato islamico in Iraq e Siria”, del “Fronte al Nusra” e di un’altra dozzina di sigle si sono sentiti traditi. Giunti a migliaia da ogni parte del mondo per combattere una «guerra santa contro l’apostata Bashar Assad» e per restituire la Siria all’ortodossia sunnita, per un anno e mezzo hanno tirato la carretta della lotta armata contro i governativi praticamente da soli in ragione del loro ottimo addestramento, frutto di battaglie combattute tra la Cecenia e l’Afghanistan, tra l’Iraq e il Nordafrica. Addestramento contrapposto all’impreparazione militare dell’Esl. Hanno contribuito a strappare a Damasco il controllo del nord-est della Siria e di diversi giacimenti petroliferi, hanno avviato l’amministrazione (sulla base della sharia islamica) di varie città (Raqqa in testa), mentre ancora non vi è traccia del cosiddetto «governo transitorio» della Coalizione Nazionale.  Oggi i qaedisti rifiutano di essere messi in disparte. E si battono per posti di blocco e postazioni strategiche, anche per i rifornimenti di cibo, armi e carburante che arrivano dal territorio turco. Nelle ultime ore, pesanti scontri tra Els e qaedisti sono scoppiati a Bustan al-Qasr, per il controllo dell’unico punto di accesso a quel distretto separato dai restanti quartieri di Aleppo controllati dalle truppe governative. Per l’Esl non sarà per niente facile imporsi ad almeno 17mila qaedisti presenti oggi in Siria, secondo dati diffusi dagli stessi ribelli.

Le varie guerre che si combattono in Siria non mietono solo vite umane. I bombardieri governativi hanno colpito e danneggiato gravemente Krak dei Cavalieri, nei pressi di Homs e patrimonio dell’Unesco, da tempo nelle mani dei ribelli. Un danno immensa per tutta l’umanità.